Così spiega la decisione: “In noi il dovere di difendere l’applicazione corretta delle norme e il rispetto della democrazia contro teoremi che ne compromettono la reale efficacia“
Prosegue la battaglia dell’ ex sindaco di Capistrano e dell’ intera compagine amministrativa che non intende cedere di un solo passo rispetto a quanto accaduto nell’ottobre del 2023.
Difesi dall’amministrativista Oreste Morcavallo, legale dal riconosciuto spessore professionale, autore di numerose pubblicazioni per ultimo sullo scioglimento dei comuni, l’ex sindaco di Capistrano Marco Martino e la sua amministrazione si apprestano a presentare ricorso in appello presso il Consiglio di Stato. Sarà notificato alla controparte la prossima settimana, termine ultimo di presentazione a seguito della sentenza del Tar del Lazio che ha confermato nelle scorse settimane lo scioglimento del Comune. Ridotte, dalla stessa, però, le supposizioni aleggiate dalla relazione prefettizia che si concentrano per come evidenziato su sole supposizioni di pensiero riguardanti un consigliere comunale candidato nella lista antagonista, precedentemente indagato per traffico di influenze illecite, circostanza che nulla ha a che vedere di fatto con contesti di mafiosità o criminalità organizzata.
Secondo Marco Martino, le decisioni del Governo, anche alla luce degli ultimi eventi che hanno caratterizzato Nicotera prima e Mileto dopo, conclusisi con l’archiviazione del procedimento di indagine accorpata alla volontà di apertura del Ministro Piantedosi, fanno ben sperare ad un cambio di passo su ciò che sarà in un approssimativo futuro non distante, la modifica del art. 143 del TUEL: “Difatti, per come dimostrato nelle ultime risultanze, appare assurdo possa esserci in seno a qualche funzionario di governo, il potere di aborrire la democrazia rappresentativa per mere supposizioni interpretative. Specie quando si ha a che fare con un territorio come il nostro, che ha visto l’ invio di commissioni d’ accesso, in quest’ultimo periodo , come si trattasse di normali e ordinari controlli burocratici rendendo grande, la guerra tra poveri”.
Marco Martino non va per il sottile: “Un attacco diretto dunque – afferma – contro chi rappresenta, lo, l’ autorità politica democratica locale e si impegna a proprio rischio e pericolo di garantire la crescita e lo sviluppo di una comunità a repentaglio di aggressioni continue ed intimidazioni quotidiane. Le grosse falle della legge in vigore non sono difatti sconosciute ai soli amministratori. La dissoluzione delle reali circostanze, la mancanza di contraddittorio, accorpate a supposizioni fantasiose che prevaricano sempre più verso una chiusura netta posta in essere da una anche errata interpretazione della legge sugli scioglimenti senza per l’appunto l’accertarsi di condizioni univoche e rilevanti non ha fatto altro che creare momenti di assoluta sfiducia in particolar modo verso la cittadinanza, sottratta dal potere sancito dalla costituzione di scegliere attraverso suffragio da chi essere rappresentati”.
“Accorpata a tale riflessione . conclude Marco Martino – la non solitaria disattenzione da parte dei commissari straordinari che faticano a condurre l’ente verso l’ordinaria amministrazione trovando difficoltà tangibile nell’immediata risoluzione dei problemi territoriali persistenti”.
In tutto ciò la volontà di proseguire da parte di Martino questa importante battaglia di valori, di ideali, di eticità: “Il dovere – afferma l’ex sindaco – di difendere l’applicazione corretta delle norme e il rispetto della democrazia, non contro lo Stato, ma contro logiche che ne compromettono la reale efficacia e i valori.