Risale al gennaio 1926 l’avvio della fase esecutivo del nuovo piano regolatore del paese. L’incontro organizzato dal Centro di Studi Storici e Sociali presieduto da Francesco Campennì
Nella Sala Consiliare del Comune di Parghelia, il Centro di Studi Storici e Sociali, con il suo presidente, Francesco Campennì, ha organizzato una conferenza-dibattito sul tema La memoria delle pietre, la memoria degli uomini, per discutere, nell’approssimarsi del centenario della ricostruzione di Parghelia (1926/2026), della proposta progettuale di riqualificazione del centro urbano presentata dall’Amministrazione comunale.
L’incontro ha previsto tre interventi iniziali con lo scopo di approfondire preliminarmente, nell’analisi dell’argomento al centro del dibattito, tre coordinate essenziali per approcciare il problema della innovazione nel rispetto della identità storica del luogo: la prospettiva storica, quella urbanistica, infine una prospettiva tecnico-progettuale ispirata dalla sensibilità per il valore materiale e immateriale del patrimonio culturale.
Dei tre interventi, utili dunque a fornire alcuni necessari elementi critici per la successiva discussione, il primo è stato affidato a Luciano Meligrana, che ha tratteggiato la transizione dal vecchio al nuovo abitato analizzando fonti iconografiche e documentarie relative a Parghelia dal secolo XVI alla redazione del nuovo piano regolatore del paese reso esecutivo nel gennaio 1926 dall’amministrazione guidata da Bonaventura Meligrana, piano da cui deriva il razionale e funzionale impianto urbano del presente, opera dell’architetto Alberto Bedarida, a quel tempo esponente di spicco dell’architettura razionalista italiana. Subito dopo è intervenuto Giuseppe Lonetti, che ha colto i tratti peculiari del paesaggio e della struttura urbana di Parghelia (tra questi, l’impianto regolare e unitario dell’intero abitato, scandito dalle linee granitiche dei conci lavorati a mano dalle abili maestranze degli scalpellini di Tropea, attivi in più famiglie per tutta la prima metà del Novecento, e posati a secco; il filare di case popolari dai tetti rossi prospiciente la ferrovia, e visibili dall’esterno) cogliendone il nesso armonico tra identità storica e processi di mutamento, e di conseguenza auspicando per la prossima progettazione una metodologia consona al contesto. Il terzo intervento di Alessandro Caruso Frezza, nella sua veste di vicepresidente della sezione di Vibo Valentia di Italia Nostra, ha rimarcato la necessità che il progetto di riqualificazione del corso di Parghelia debba riconoscere e preservare ciò che costituisce testimonianza materiale e immateriale dei valori collettivi identitari e dunque un patrimonio culturale, ovvero i cordoli in granito dei marciapiedi e l’orditura unitaria, che, tramite essi, lega l’intera cittadina. Italia Nostra ha altresì affrontato il problema della corretta scelta dei materiali e dei loro cromatismi, rispetto a un contesto in cui il granito (da tempi remoti fino al secolo scorso tratto dalle marine di Parghelia) ha rappresentato la materia prima caratterizzante la pavimentazione viaria e l’edilizia sacra e civile del borgo distrutto dal sisma del 1905 e ha continuato a tracciare, nel paese ricostruito, momenti salienti del discorso urbano (i marciapiedi, appunto, e le solenni scalinate).

Alcune immagini proiettate in sala hanno messo a confronto il nero senza luce delle mattonelle in basalto, ricavate dalla lava dell’Etna, e la luminosità del granito di Parghelia, per sottolineare come l’uso ormai standardizzato del basalto lavico stia cancellando l’identità dei centri storici di molte zone della Calabria (e non solo) e come l’Amministrazione comunale di Parghelia, riscoprendo il granito, possa costituire un modello virtuoso nel segno della tutela delle identità locali che sia da esempio nell’intera regione.
L’incontro ha voluto altresì lanciare, nella proposta del presidente del Centro Studi, l’idea di un «osservatorio culturale permanente sui centri storici» a cominciare dalla provincia di Vibo Valentia e dall’area metropolitana di Reggio Calabria. A tale scopo sono state invitate le associazioni nazionali e regionali, attraverso i loro rappresentanti locali – di Italia Nostra, Archeoclub Italia, WWF Italia, Associazione Dimore Storiche Italiane, Fondazione Mediterranea di Reggio Calabria ed altre – che hanno aderito al progetto di fare rete, assieme ai cittadini più sensibili e alle professionalità nei diversi campi che incontrano la storia e i beni culturali, a difesa dell’identità storica dei luoghi e dei loro paesaggi.
«La novità dell’idea di un osservatorio sui centri storici – ha ribadito Campennì – non sta nel replicare la realtà associativa già esistente, ma di metterne in rete gli uomini: il terreno unificante di questo gruppo policentrico di osservatori sarà la loro appartenenza come cittadini ai nostri centri storici e la messa in rete sinergica delle loro segnalazioni, competenze, attenzioni volte univocamente alla salvaguardia dei contesti spaziali e dei valori culturali in essi presenti».
Parghelia è stata additata, nei diversi interventi dei rappresentanti delle associazioni succedutisi nel dibattito, come “modello” per tutta la Calabria di una interlocuzione partecipata tra Amministrazione comunale e cittadinanza nell’esaminare preventivamente una ipotesi progettuale che si propone di rinnovare il centro urbano. Una interlocuzione, questa, che è mancata in molti contesti comunali regionali in cui si è proceduto alla sostituzione di brani di patrimonio culturale collettivo con soluzioni dalla pretesa impronta modernista ma in realtà anonime, poiché replicate in centinaia di contesti, cancellando nel frattempo la specificità dei luoghi attraverso i loro materiali e le loro tecniche di lavorazione originali.
L’intervento conclusivo del Sindaco di Parghelia, Antonio Landro, ha dato conferma della disponibilità al dialogo sul tema annunciata dall’Amministrazione, da cui l’incontro, promosso dal Centro Studi, aveva tratto ispirazione e spunto per organizzare questo momento di confronto.
Dopo gli interventi di alcuni consiglieri, di maggioranza e di minoranza, il Sindaco di Parghelia ha annunciato che, dal momento del primo pubblico incontro del 7 febbraio scorso (in cui l’Amministrazione presentava l’idea progettuale degli architetti progettisti di trasformazione del corso principale e delle piazze centrali del paese) fino al momento presente, l’Amministrazione si era mossa ad analizzare l’ipotesi prospettata dai tecnici progettisti e, avendo inoltre fatto tesoro delle proposte di modifica mosse da molti cittadini alla ipotesi progettuale, aveva già dato indicazioni agli architetti progettisti di mantenere gli originali marciapiedi con i cordoli in granito e dunque le quote originali e l’impianto regolare e unitario dell’abitato, nonché di avere allo studio la ricerca dei materiali più consoni al contesto da utilizzare per le nuove pavimentazioni della strada, delle piazze e dei marciapiedi, ribadendo la scelta democratica di ascolto della cittadinanza.
L’auspicio del Centro Studi è che il “modello Parghelia” possa trovare piena realizzazione ed essere imitato altrove.