Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 10 agosto
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi, Gesù, dopo avere, nel Vangelo della domenica scorsa, istruito i suoi discepoli sul corretto uso dei beni di questo mondo, nel brano di questa domenica 19ª del tempo Ordinario, li istruisce sul buon uso del tempo. In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Siate pronti con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si cingerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba,li troverà così, beati loro!” (Luca 12, 32- 48).
Tre sono i messaggi forti, che ci vengono dalla narrazione di questa pagina: la notte, l’attesa il servizio.
La NOTTE.
Nella notte i servi, in attesa del padrone, restano con la cintura ai fianchi che è la tenuta di lavoro, di servizio e di viaggio (richiamo alla prima cena pasquale in Egitto! Esodo 12, 11). Nella notte la donna impasta il pane che, al mattino, caldo sarà sul tavolo dei figli. Nella notte ancora una donna conta e riconta le povere monete, finché non trova, in un angolo di casa, la moneta che non rientrava nei suoi conti. Nella notte esce il buon pastore per cercare la pecora mancante nell’ovile e, trovatala, se la carica sulle spalle e la porta al sicuro. Nella notte si perdono e si ritrovano gli innamorati del Canto dei Cantici. Nella notte in cui Gesù veniva tradito ci viene dato il bel dono, l’Eucarestia. La notte è un impasto di luce e di tenebre!
Oggi, anche noi ci sentiamo nella notte, perché non riusciamo pienamente a capire cosa sta succedendo, nel mondo: pandemie, guerre, disastri ambientali… Anche noi ci sentiamo nella notte, perché non ci riconosciamo più l’un l’altro, non vediamo più il volto dell’altro e, nel buio, ogni ombra diventa un probabile pericolo.
LA ATTESA.
“Sentinella, a che punto è la notte?” La sentinella risponde :”non lo so, ma viene il mattino dopo la notte, questo è certo!” (Isaia 21, 11).
Tutto nella vita è attesa e meraviglia! La donna per nove mesi attende il compimento del cammino, nel suo seno, del frutto del suo amore. Il chicco di grano, sepolto nella terra, ha bisogno di mesi prima di essere nutrimento, per i figli dell’uomo. Tutti attendiamo qualcuno, qualcosa e, con ansia, siamo in attesa di vedere il mondo liberato dal male, la vita liberata dalla morte, l’umanità liberata dalla malvagità, la società liberata dalle corruzioni, dalle mafie e dalle ingiustizie.
“Le cose più importanti non vanno tanto cercate, ma attese”. (Simon Weil).
Il SERVIZIO.
Nella notte i servi attendono il padrone; il padrone arrivato, grato per la vigile attesa, compie un gesto inatteso: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli, in verità io vi dico, si cingerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”.
La storia si capovolge: i servi vengono promossi a signori ed il Signore, di sua volontà, si fa servo per amore. Poco tempo ancora e questa parabola, nell’ultima Cena, diviene icona di una nuova storia. Eccola: Gesù si inginocchia ai piedi dei Dodici e, con grande scandalo di Pietro, lava i piedi ad uno ad uno. E poi annunzia: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Signore e Maestro e dite bene, perché io lo sono. Se dunque io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Giovanni 13, 12-14).
Ha inizio così la nuova storia, la storia della fraternità e della condivisione, combattuta sempre, lungo i secoli, dai padroni della terra, i quali si impossessano, con violenza, dei beni primari: terra, acque, gas, petrolio, minerali rari, beni alimentari, lasciando soltanto poche briciole ai poveri “lazzari” che giacciono ai bordi delle loro laute mense.
Buona domenica col ricordarci che Dio chiude le porte della notte ed apre quelle della luce.
Don Giuseppe Fiorillo