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Provincia di Vibo Valentia, il Bilancio per il momento non passa. Presidente senza maggioranza… ma non molla!

Provincia di Vibo Valentia, il Bilancio per il momento non passa. Presidente senza maggioranza… ma non molla!

da redazione
12 Agosto 2025
in politica
Tempo di lettura: 7 minuti
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Al termine di un articolato dibattito, e di un intervento molto intenso di L’Andolina, i consiglieri della sua ex maggioranza fanno mancare il numero legale per cui non si vota

Il bilancio di previsione 2025-2027 dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, guidata dal presidente Corrado Antonio L’Andolina, non passa in Consiglio per la mancanza del numero legale.

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Ad abbandonare l’aula – dopo un intenso confronto politico con L’Andolina, durato oltre tre ore, sono stati i componenti della lista, che fa riferimento a Forza Italia, “Centro Destra per Vibo”, composta da Carmine Franzè, Serena Loschiavo e Vincenzo Pagnotta, nonché dello schieramento “Vibo al Centro Unica e legata nella concretezza”, formato da Cosimo Nicola Papa, Alessandro Lacquaniti e Giampiero Calafati, compagini politiche che avevano entrambe sostenuto politicamente L’Andolina alle ultime elezioni provinciali.

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È stato un consiglio dai tratti forti… e non solo dal punto di vista politico. Il presidente barcolla, l’ente Provincia è in profonda crisi politica, il centrodestra che sosteneva L’Andolina si è ricreduto ed intanto incombono le elezioni regionali. Un quadro caotico che vede ancora Vibo Valentia palestra di evoluzioni politiche tutte da verificare, capre, decifrare.

Intanto, il “dramma politico” si è consumato in Consiglio provinciale. Ad avviare il dibattito istituzionale in aula l’intervento del consigliere Lacquaniti: “È evidente che lei, presidente L’Andolina, non ha i numeri per andare avanti, – ha asserito il consigliere Lacquaniti. Non ce li ha né in Consiglio provinciale, né nell’Assembla dei sindaci. Nessuna forza politica la sostiene. Le abbiamo chiesto, pertanto, di giungere dimissionario a questa assise al fine di approvare comunque il Bilancio. Lei, però, continua imperterrito e irresponsabilmente a rimanere attaccato alla sua poltrona, ingessando l’Ente e pregiudicando atti importanti come la stabilizzazione dei Tirocinanti di inclusione sociale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda del consigliere Lacquaniti l’intervento del capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Pagnotta: “Lei, presidente, non ha più una maggioranza. Ne prenda atto e ne tragga le conseguenze, dimettendosi, per il bene amministrativo dell’ente. Approveremo il bilancio una volta che lei si dimetterà, al fine di rimettere in moto la macchina amministrativa e dare risposte ai lavoratori che attendono la stabilizzazione e ai cittadini”, ha chiosato Pagnotta.  

La replica del presidente L’Andolina è stata immediata: “Non accetterò che l’approvazione del Bilancio sia subordinata a forzature sul mio ruolo o sulle mie decisioni”.

“Ho ascoltato con attenzione – e rispetto – la voce dei partiti, dei Sindaci e dei Consiglieri. Ho inteso bene le loro istanze, le ho accolte là dove era possibile e le ho discusse senza pregiudizio. A tutti, senza eccezioni, ho sempre detto una cosa tanto semplice quanto non negoziabile: non avrei mai accettato che l’approvazione del Bilancio fosse subordinata a forzature sul mio ruolo o sulle mie decisioni. Mai. Perché cedere su quel punto non avrebbe significato trovare una mediazione: avrebbe significato, piuttosto, abdicare alla funzione stessa della Presidenza, svilirla, trasformarla in una pedina sacrificabile. Sia ben chiaro: non ho mai detto che avrei proseguito il mio mandato a dispetto di tutti e di tutto, ma non accetterò diktat e condizionamenti e prenderò ogni decisione responsabilmente e in piena libertà”.

“È evidente che lei, presidente L’Andolina, naviga a vista – ha affermato Antonino Schinella (Partito Democratico) – Questa situazione dei Tis va affrontata con serietà e senza tatticismi ci sono in gioco 35 famiglie. Difronte ad una fase di stasi la invito ad assumere le conseguenti determinazioni affinché questo ente possa essere amministrato>>.

A chiedere “come ordine del giorno aggiuntivo la discussione sui Tis” era stato, ad inizio seduta, il consigliere Lacquaniti. Ed il dibattito politico, nel corso dell’assise, si è incentrato prevalentemente sulla delicata questione della stabilizzazione dei 35 precari che prestano, da anni, la propria attività lavorativa nell’Ente. 

“Quali sono i provvedimenti formali adottati e la cornice, giuridico, economica e finanziaria individuata al fine della stabilizzazione dei tirocinanti?”, ha chiesto al riguardo il consigliere Calafati, sollecitando un concreto iter di stabilizzazione.

A margine del dibattito i consiglieri Lasorba e Lentini hanno dichiarato: “Oggi siamo venuti in Consiglio principalmente per votare il Bilancio, fondamentale sia per gli elementi tecnici e sia per la stabilizzazione dei Tis. Questo bilancio ha assunto una connotazione politica, ma le faccende politiche erano rinviabili. Alcune forze politiche, però, hanno deciso diversamente e se ne assumeranno la responsabilità”.

Ampio ed articolato il discorso del Presidente L’Andolina.

Ecco, di seguito, la replica integrale del presidente L’Andolina, letta e messa agli atti del Consiglio.

“In queste settimane – ha affermato L’Andolina – ho conosciuto una forma di ostilità che raramente avevo incontrato nella mia vita: un odio politico e personale che ha superato il confine del confronto civile, toccando corde profonde.

È — lo dico con serenità — il destino di chi crede in una politica umanista, radicata nei valori, nella dignità delle persone, nella giustizia delle istituzioni. Ma è anche, forse, il destino di chi non accetta scorciatoie, di chi non baratta la propria coerenza per un momento di quiete apparente. Devo dire con franchezza che questa esperienza, per quanto aspra, mi ha reso ancora più forte e determinato. Non mi ha intimidito, né minimamente piegato. Esattamente il contrario”.

L’Andolina ha denunciato che: “È anche vero, però, che le cannonate più brucianti non sono arrivate dall’esterno, ma da vicino. Dal cosiddetto “fuoco amico”. Non mi hanno ferito politicamente — su quel piano si può combattere, e anche perdere, senza drammi. Mi hanno colpito sul piano umano. E lì hanno lasciato una cicatrice profonda, dolorosa, viva. Una ferita che resterà con me, incisa nella memoria più intima, per il resto della vita. A fronte di questo, però, è stato un balsamo ricevere innumerevoli manifestazioni d’affetto: da tanti colleghi Sindaci, amministratori locali, da storici avversari politici, da militanti di Forza Italia, dai miei consiglieri comunali di Identità e Futuro per Zambrone, da semplici cittadini che, senza proclami, hanno voluto dire: “Siamo con te”. Da lì ho tratto la forza per non cedere sotto il peso di una coalizione la cui forza politica era — ed è — straripante rispetto alla mia persona. Non porto e non porterò mai rancore verso nessuno. Ma il carico del dolore — quel dolore che ogni essere umano porta con sé — è diventato, in me, più grande. Più vivo. Più vero”.

A proposito, poi, della vicenda dei tirocinanti, L’Andolina ha offerto la sua verità, la sua versione dei fatti.

Appena si è aperto il percorso verso la loro stabilizzazione, ho convocato una prima assemblea con i TIS. In quella sede, spiegai con franchezza che le risorse inizialmente assegnate — appena 25.000 euro — non consentivano di stabilizzare l’intero bacino. Alcuni, giustamente, fecero notare che non avrebbe avuto senso procedere solo con una parte, perché, come dissero, “siamo tutti nella stessa barca”. Una frase che porto ancora con me. Una seconda assemblea si è svolta dopo l’incremento delle risorse a 40.000 euro. Anche lì, con trasparenza, spiegai che il numero dei potenziali stabilizzati si ampliava, ma non abbastanza da comprendere tutti. Nessuna decisione definitiva fu presa, in attesa di nuovi sviluppi. Lo spartiacque arrivò con l’ulteriore aumento delle somme, portate a 56.000 euro. Prima dell’Assemblea dei Sindaci, e alla presenza di rappresentanti dei partiti dell’Assise provinciale, annunciai la mia intenzione di procedere con le assunzioni, ponendo tre condizioni, esplicitate fin da subito:

1. L’approvazione del Bilancio,

2. Il rispetto della sostenibilità economico-finanziaria successivo al periodo di finanziamento regionale.

3. La riserva di una quota per l’assunzione di figure apicali necessarie al buon funzionamento dell’Ente.

Quindi, le spiega: “Il primo vincolo non è una scelta politica: è la legge a imporlo. Il secondo nasce da una nota ufficiale del Ministero dell’Interno del 21 luglio, giunta solo pochi giorni dopo alla nostra attenzione, a ridosso dell’ultima seduta consiliare. Il terzo è una valutazione politica, sì, ma ispirata al principio del buon andamento dell’amministrazione: nel bacino TIS non sono presenti figure D (ingegneri, avvocati, commercialisti), senza le quali è impossibile garantire continuità ed efficienza nella gestione dell’Ente. La mia decisione, poi regolarmente formalizzata, non ha mai stabilito un nesso politico tra Bilancio e stabilizzazione dei TIS. Quel nesso esiste, ma è giuridico. Lo dice la legge: senza l’approvazione del Bilancio, non si può adottare il Piano del fabbisogno, né il PIAO. Vige, dunque, il divieto di assunzione. Ma tutto questo lo avevo già chiaramente detto nel corso della seduta consiliare precedente. E mentre altri si sono accorti dei TIS alla vigilia del Consiglio, io con loro ho sempre interloquito, ho agito con coerenza, ho mantenuto ogni impegno. Non mi sono affidato al chiacchiericcio né alle scorciatoie: ho scritto al Ministero dell’Interno per chiedere se esistesse una via alternativa, una deroga possibile. Con nota del 6 agosto 2025, il Ministero mi ha risposto chiaramente: l’approvazione del Bilancio è requisito inderogabile per procedere alla stabilizzazione. È stato a quel punto, senza esitare, che ho convocato immediatamente il Consiglio provinciale per oggi, per compiere il passo necessario — e non più rinviabile — verso la stabilizzazione dei TIS. Dunque, chi è che li ha davvero sostenuti? Chi li ha tenuti in “ostaggio”?”

Per chi immagina che qusto potesse essere l discorso di commiato, sarà rimasto deluso, perché la conclusione di L’Andolna non sa di addio, anzi: Ecco, io quella passione non l’ho mai perduta. Neanche nei giorni più difficili.

E se un giorno dovessi scegliere di fare un passo indietro, non sarà mai per stanchezza o per paura, ma soltanto per coerenza e rispetto verso un’idea alta della politica e delle istituzioni. Finché la passione mi accompagnerà, continuerò a parlare e a lavorare. Con dignità. E libertà”.

Insomma, la partita non è conclusa. L’Andolina è ancora in campo. E il 5 e 6 ottobre si vota per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del Governatore della Calabria.

Tags: bilancioconsiglio provincialemaggioranzaprovincia di vibo valentia

redazione

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