Diventata definitiva la loro condanna, la Dia di Bologna ha arrestato Domenico Oppido e il padre Gaetano
Su delega della Procura Generale di Bologna, la Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a due ordinanze di esecuzione pena definitiva nei confronti di Domenico Oppido e del padre Gaetano a seguito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che ha irrevocabilmente confermato le condanne già inflitte ai due imprenditori in primo e secondo grado, rispettivamente dal Tribunale di Reggio Emilia e dalla locale Corte d’Appello, a 6 anni e 4 mesi e 3 anni e 8 mesi di reclusione, per una truffa, aggravata dall’aver agito per agevolare l’attività di una struttura ‘ndranghetistica operante in Emilia, storicamente legata alla cosca Grande Aracri di Cutro.
I due erano accusati di aver creato una falsa sentenza, apparentemente emessa dalla Corte di Appello di Napoli, che aveva indotto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ingannandolo sulla sua autenticità, a pagare una somma di 2,25 milioni di euro a favore di una società riconducibile proprio a loro due, soldi che poi avrebbero spartito sia con diversi esponenti della ndrangheta emiliana che con quelli della cosca Grande Aracri di Cutro.
Padre e figlio, nel 2024, sono anche stati destinatari di un provvedimento di confisca di primo grado eseguito sempre dalla Direzione Investigativa Antimafia, emesso dal Tribunale bolognese – Sezione Misure di Prevenzione, che ha interessato 55 immobili situati in provincia di Reggio Emilia e Crotone, 2 società del settore edile, rapporti finanziari, partecipazioni societarie nonché un automezzo.