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Per non dimenticare: Riccardo Misasi un uomo grande

Per non dimenticare: Riccardo Misasi un uomo grande

da admin_slgnwf75
22 Settembre 2025
in ricordi
Tempo di lettura: 3 minuti
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Uno dei protagonisti della cosiddetta “Prima Repubblica”, più volte ministro, storico esponente della Democrazia cristiana. Nato a Cosenza, è morto a Roma il 21 settembre 2000

di Franco Cimino

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Venticinque anni fa, moriva Riccardo Misasi, esponente di spicco della Democrazia Cristiana. Ha fatto politica da sempre e per tutta la sua vita, compresi gli ultimi anni in cui non ha ricoperto incarichi politici né istituzionali.

Poco più che ventenne, è stato Consigliere Comunale nella sua città natale, Cosenza, dove è nato da una famiglia di professionisti e benestanti. Si è laureato giovanissimo all’Università Cattolica di Milano, dove la sua intelligenza e passione politica sono state sollecitate e accese attraverso lo studio intenso e i confronti con colleghi studenti e maestri di vita e pensiero.

Qui incontrò Ciriaco De Mita, di poco più grande di lui, figlio di un povero sarto, giunto alla Cattolica per la stima e l’affetto del parroco del paese. Misasi era considerato un autentico “ragazzo prodigio”, la cui intelligenza e sensibilità politica andavano assolutamente salvaguardate e valorizzate per consentire al pensiero cristiano e all’area cattolica di affrontare il duro confronto-scontro con il Partito Comunista e il Partito Socialista.

Il giovane Riccardo Misasi possedeva doti naturali straordinarie, tra cui una memoria di ferro, una capacità di lettura e studio straordinaria, una qualità di analisi delle situazioni sociali e politiche e un’eccezionale capacità di saperle piegare a una valutazione personale. La sua eloquenza fascinosa, unita a una parola facile e maneggiata con cultura profonda, lo rendevano un brillante oratore.

Misasi utilizzava la parola come un falegname lo scalpello, il pittore il pennello, il pescatore la rete, il poeta la poesia. E l’attore di teatro, i testi con la mimica e il corpo tutto intero. A sostegno di questa forza straordinaria vi erano i suoi occhi grandi e neri, che si accendevano con la parola e si muovevano verso gli occhi della gente, secondo i sentimenti e la forza che Riccardo Misasi assegnava.

Eletto deputato nel millenovecentocinquantotto alla sua prima candidatura. Aveva ventisei anni. Sempre giovane arrivò alle più alte cariche. Nella direzione nazionale della Democrazia Cristiana, la prima. Fu ministro giovanissimo, che non aveva ancora quarant’anni. Ministro dell’Istruzione, dove ebbe il coraggio di avviare le prime grandi riforme che, in una visione democratica della scuola, avrebbero fatto del sistema scolastico un vero strumento per la crescita economica e culturale del Paese e il rafforzamento della sua democrazia.

Riccardo Misasi fu pienamente un uomo della cosiddetta “Prima Repubblica”. Di essa ne ha vissuto tutte le fasi più delicate, impiegando da protagonista tutto il suo talento, la sua passione, la sua visione della politica e dello Stato. Visione politica e dello Stato nella quale spiccava la distinzione, lui cattolico praticante, tra fede e politica e la netta separazione delle istituzioni da qualsiasi ingerenza o condizionamento della religione.

Per Riccardo Misasi, fino agli spazi dell’azione cattolica e dei giovani della parrocchia era possibile una sorta di contaminazione fra il sentire religioso, l’appartenenza alla Chiesa, e il pensiero politico. Da quella porta in poi, la politica doveva essere la sede più sicura della laicità. Quella laicità che avrebbe potuto garantire dignità, forza, e stabilità nel movimento, al pluralismo. Quello italiano, che nella Costituzione ben si rappresenta con il valore della molteplicità delle istituzioni, le quali avevano e hanno tutte pari dignità nel rafforzamento della democrazia e nella vita democratica del Paese, cosi come nella gestione del governo della cosa pubblica in ogni sua istituzionale espressione.

La Costituzione, la Carta fondamentale per tutti. Soprattutto per chi faceva politica. Particolarmente fortunati i cattolici che avrebbero potuto vivere nella società, operare attraverso le istituzioni politiche, avendo studiato e interiorizzato sia il Vangelo sia la Costituzione. Riccardo Misasi li aveva studiati bene. Tanto da essere quell’uomo grande, quel politico possente, tra i migliori di tutti, proprio perché aveva studiato e amato questi due piccoli libri.
Potrei parlare a fiumi ancora di lui, ma mi fermo qui.
Se dovessi, però, sintetizzare in una sola espressione verbale la figura del politico Misasi, io gli attribuirei quella che più mi piace riconoscere nei politici e quella che più mi piacerebbe venisse assegnata alla mia persona: “Ha servito le istituzioni perché le amava. Dello stesso amore che egli ha avuto per la democrazia e la libertà”.

Tags: cosenzademocrazia cristianaministroprima repubblicaRiccardo Misasi

admin_slgnwf75

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