Sulla vicenda che ha portato alle dimissioni del sindaco, riceviamo e pubblichiamo
Non c’è dubbio che quanto accaduto Crotone ha scosso l’opinione pubblica e non solo quella locale. La vicenda è apparsa sin dal primo istante eclatante, dirompente, al di là e al di sopra di ogni considerazione che potesse farla rientrare nell’alveo di una possibile normalità. Il gesto successivo del sindaco Voce, seppur dignitoso e da rispettare nel travaglio personale che lo ha avvolto, non poteva sminuirne la portata, sebbene sia da prendere con il giusto riconoscimento che gli si deve e che questa testata ha provato ad analizzare che l’attenzione che tutta la vicenda merita.
Anche per questo abbiamo accolto volentieri lo scritto prevenutoci in redazione da un cittadino di Crotone che ha scelto di firmarsi semplicemente “Un Libero Pensatore Krotonese”
Così come da noi ricevuto, lo sottoponiamo all’attenzione dei nostri lettori.

In questi giorni la nostra città sta vivendo una fase delicata, che richiede lucidità e senso di responsabilità da parte di tutti. Le dimissioni del sindaco Vincenzo Voce, arrivate dopo l’episodio dell’aggressione al consigliere Ernesto Ioppoli, hanno scosso la vita politica e civile di Crotone, aprendo un confronto acceso tra istituzioni, cittadini e opinione pubblica.
Il sindaco, nel suo messaggio di dimissioni, ha parlato di una scelta presa per “senso di responsabilità” e per non trascinare la città in ulteriori tensioni. Un gesto che ha suscitato reazioni immediate e contrapposte: da un lato la giunta comunale e gli assessori, che hanno espresso solidarietà a Voce, ricordando il lavoro svolto in questi cinque anni e sostenendo che un singolo episodio non può cancellare l’impegno e i risultati ottenuti; dall’altro, dodici consiglieri comunali, in gran parte di opposizione, che hanno denunciato un “clima di intimidazioni” e chiesto l’intervento del Prefetto per garantire il corretto funzionamento democratico delle istituzioni locali.
Nel frattempo, anche i cittadini si sono mobilitati, con la nascita di una petizione online promossa da sostenitori del sindaco e dal movimento Crescere, per chiedere a Voce di ritirare le dimissioni.
L’appello fa leva soprattutto sulla necessità di continuità amministrativa e sulla preoccupazione che l’eventuale arrivo di un Commissario Prefettizio possa rallentare o bloccare i numerosi cantieri e progetti già avviati, molti dei quali legati ai fondi del PNRR.
In questo quadro complesso, credo che la domanda da porsi — al di là delle appartenenze politiche e delle emozioni del momento — sia una sola: cosa è meglio per Crotone?
Se le dimissioni verranno confermate, la città entrerà in una fase di gestione commissariale che potrebbe garantire ordine amministrativo ma anche una sospensione delle scelte politiche e dei progetti in corso. Se invece il sindaco decidesse di ritirarle, si aprirebbe la possibilità di ricomporre la frattura, ma anche la necessità di ristabilire un clima di fiducia e di rispetto all’interno del Consiglio Comunale.
Un’altra ipotesi, quella di andare a elezioni anticipate, riporterebbe la parola ai cittadini, ma significherebbe anche affrontare una campagna elettorale nel pieno del periodo natalizio, con tempi e modalità certamente difficili.
Sono tutti scenari con pro e contro, e nessuno può pretendere di avere la verità in tasca. Ma è proprio per questo che serve un atteggiamento critico, razionale e non fazioso. Serve la capacità di guardare oltre le simpatie o le appartenenze, per capire quale decisione possa davvero assicurare stabilità, trasparenza e continuità allo sviluppo della città.
Non possiamo ridurre questa crisi a uno scontro tra “pro Voce” e “contro Voce”.
Non possiamo confondere il giudizio politico con quello personale.
Dobbiamo invece tornare a discutere da cittadini, non da tifosi: con equilibrio, con rispetto e con la consapevolezza che ogni scelta, oggi, avrà un impatto reale sul futuro della nostra comunità.
Crotone merita una riflessione collettiva, matura, capace di guardare avanti. Perché in fondo, oltre i nomi e le polemiche, il punto resta sempre lo stesso: il bene della città deve venire prima di tutto.
Un Libero Pensatore Krotonese











