Salvatore Fortunato Giordano difende il cambio di rotta verso Vibo Valentia offrendo una lettura improntata a un ottimismo responsabile dopo trent’anni di immobilismo
Per decenni il territorio di Vibo Valentia ha sofferto una sottodotazione cronica di servizi sanitari territoriali. Una carenza che, secondo il sindaco di Mileto, affonda le radici in scelte politiche del passato, incapaci di investire in modo strutturale sul territorio, o addirittura rivolte ad altre priorità.
Il DCA 35/2025, per la prima volta, riconosce formalmente questo squilibrio e interviene aumentando il budget destinato ai servizi territoriali.
- Budget precedente: circa 4,5 milioni di euro
- Budget attuale dopo il DCA: oltre 7 milioni di euro
- Incremento annuo: circa 2,5 milioni di euro
Un passo avanti che il Presidente della Conferenza dei Sindaci definisce “fondamentale”, pur ribadendo che le risorse restano insufficienti per colmare un divario accumulato in decenni.
Questo riconoscimento – spiega – è stato ottenuto grazie a un lavoro congiunto tra la Commissione straordinaria dell’Asp, i sindaci del territorio e il contributo di associazioni ed enti locali. Una collaborazione che oggi inizia a produrre effetti tangibili.
Uno dei punti più critici nel dibattito recente riguarda il confronto con il territorio di Crotone, il cui budget supera addirittura quello di province più popolose come Cosenza. Il Presidente invita però a leggere questo dato in una prospettiva storica più ampia.
Crotone, infatti, ha beneficiato negli anni passati di scelte politiche lungimiranti e di investimenti che hanno favorito la nascita di strutture sanitarie d’eccellenza, capaci di attrarre pazienti anche da altre regioni. Un percorso virtuoso che ha consolidato un sistema robusto, naturalmente destinatario di maggiori finanziamenti.
Vibo Valentia, al contrario, solo negli ultimi anni ha iniziato a vedere un risveglio di realtà territoriali qualificate, alcune delle quali oggi accreditate e potenzialmente pronte a essere contrattualizzate grazie all’aumento del budget. Per Giordano, sostenere queste strutture è essenziale per invertire la rotta e generare un circolo virtuoso simile a quello crotonese.
Molte delle polemiche si sono concentrate sul presunto “buco” di 10 milioni di euro tra Vibo Valentia e le altre province. Una cifra che – precisa il Presidente – non tiene conto di quanto accaduto negli ultimi mesi.
A giugno 2025, infatti, l’Asp di Vibo Valentia registrava un deficit di 32 milioni rispetto al 2022, un divario completamente recuperato grazie all’intervento della Commissione straordinaria e alla pressione politica dei sindaci.
La differenza oggi lamentata riguarda esclusivamente gli indici dei servizi territoriali, che si basano su parametri come:
- popolazione
- mortalità
- anzianità demografica
- densità dei servizi
Questi criteri, spiega il Presidente della Conferenza dei sindaci, “avrebbero dovuto essere applicati correttamente trent’anni fa”. Farlo oggi, dopo decenni di sotto-finanziamento, genera inevitabili squilibri, ma il fatto che la Regione abbia avviato una revisione è già un progresso significativo.
Uno degli elementi più rilevanti del DCA è il riconoscimento formale di Vibo Valentia e Reggio Calabria come aree di crisi sanitaria. Un passaggio che, secondo il Presidente, rappresenta una conquista politica importante, perché apre la strada a maggiori finanziamenti e interventi mirati.
Un riconoscimento che mancava “fino a ieri”, quando – denuncia – nessuno aveva mai sollevato con forza la questione nei tavoli regionali.
Contrariamente alla narrazione diffusa in questi giorni, il Presidente sostiene che il decreto non rappresenta una volontà di indebolire ulteriormente la sanità vibonese. Al contrario, sarebbe il primo atto ufficiale a:
- certificare lo stato di crisi del territorio;
- redistribuire le risorse con un’attenzione maggiore verso il territorio vibonese;
- consentire la contrattualizzazione di nuove strutture territoriali;
- porre le basi per uno sviluppo futuro più equo.
L’appello finale è chiaro: riportare il dibattito alla verità dei fatti, evitare allarmismi e continuare a lavorare insieme – sindaci, Asp, Regione e stakeholder – per trasformare questo primo passo in un percorso stabile di riequilibrio.
L’intervento del Presidente della Conferenza dei Sindaci invita a una lettura meno emotiva e più storicamente contestualizzata del DCA 35/2025. Il messaggio, pur prudente, è improntato a un ottimismo responsabile: dopo trent’anni di immobilismo, il sistema regionale sembra finalmente riconoscere le criticità del territorio vibonese e avviare un processo di riequilibrio.
Non si tratta della soluzione definitiva, né di un intervento risolutivo, ma di un primo mattoncino su cui costruire una sanità territoriale più solida, moderna e centrata sui bisogni reali della popolazione.











