Appelli inascoltati e la richiesta di un dialogo istituzionale, un appello al Presidente della Repubblica per chiedere ascolto da parte dei cittadini
Reparti chiusi, ospedali svuotati, personale insufficiente e pazienti costretti a spostarsi fuori regione per ricevere cure essenziali. È il quadro che arriva dalla Calabria attraverso la testimonianza di Cosimo Limardo, presidente dell’associazione Don Gnocchi – Voglia di Vivere e segretario nazionale del Dipartimento Diversamente Abili dell’Unione Nazionale Italiana.
Limardo ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere un incontro istituzionale sulla crisi sanitaria regionale.
In particolare, nel Vibonese, la chiusura degli ospedali di Tropea, Serra San Bruno e Soriano Calabro ha lasciato senza copertura sanitaria aree estese, dalla costa degli Dei all’entroterra montano. L’unica struttura ancora operativa, l’ospedale di Vibo Valentia, si trova ad affrontare una cronica carenza di medici, infermieri e servizi.
Situazione analoga nella provincia di Reggio Calabria, dove ospedali come quelli di Oppido Mamertina e Taurianova risultano chiusi da anni, e centri di salute mentale, come quelli di Palmi e Cittanova, lavorano a ranghi ridotti. Le strutture di Gioia Tauro, Locri e Polistena, pur rimanendo punti di riferimento, operano con difficoltà legate a personale insufficiente e reparti ridimensionati.
Secondo quanto segnalato dall’associazione, l’impatto maggiore ricade sui pazienti oncologici e su quelli affetti da patologie croniche: le liste d’attesa, spesso lunghissime, costringono molti cittadini a spostarsi in altre regioni per ottenere diagnosi e cure tempestive. Una migrazione sanitaria che, oltre a pesare sulle famiglie, rappresenta un costo rilevante per il sistema sanitario nazionale.
Cosimo Limardo afferma di aver scritto in passato al Ministro della Salute e al Presidente della Regione Calabria senza ricevere alcun riscontro. Da qui la decisione di rivolgersi al Capo dello Stato, nella speranza di riportare l’attenzione sul diritto alla salute dei cittadini calabresi.
La richiesta di Cosimo Limardo non è un caso isolato: da anni associazioni, comitati cittadini, operatori sanitari e amministratori locali denunciano le difficoltà del sistema sanitario regionale. L’obiettivo non è lo scontro politico, ma la tutela dei pazienti e il ripristino di servizi essenziali che ogni comunità dovrebbe poter considerare garantiti. Infatti, la richiesta al Presidente Mattarella non vuole essere un atto politico, ma un invito a favorire un confronto istituzionale su una situazione che, secondo associazioni e cittadini, è diventata insostenibile.
Il messaggio che emerge dalla lettera è quello di un territorio che non vuole arrendersi: “La Calabria — scrive — chiede semplicemente di poter curare i propri cittadini in modo dignitoso, senza costringerli a viaggi lunghi, costosi e spesso dolorosi”.
L’auspicio è che la più alta carica dello Stato possa accogliere l’appello, favorendo un confronto costruttivo e un percorso di miglioramento reale e duraturo: “La Calabria – riassume Cosimo Limardo nella sua lettera – non può continuare a perdere vite per mancanza di strutture e personale. Chiediamo solo il diritto di curarci nella nostra terra”.












