Riflessioni sulle pagine del Vangelo del 9 aprile, domenica di Pasqua 2023
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i
il potere politico-religioso di Gerusalemme pensava di avercela fatta nel mettere, definitivamente, a tacere Gesù, il profeta scomodo.
Scribi, Farisei e sommi sacerdoti avevano, di notte, inscenato un falso processo; avevano costretto, a furor di popolo, Pilato a presiedere un processo, offensivo per la legislazione romana; avevano, ancora, manipolato il popolo a tal punto da preferire un terrorista, Barabba, al pacifico Gesù.
Pensavano di avercela fatta!
Dopo la morte in croce, accertata dal Centurione, che trafisse il costato, Gesù viene deposto nella tomba di Giuseppe d’Arimatea.
Gesù, pur ritenuto un malfattore, riceve per mandato di Pilato, su insistenza dei capi dei Giudei, l’onore di essere vigilato da una turnazione di guardie dopo la messa in sicurezza della tomba.
Nel silenzio della notte, prima dell’alba avviene, secondo il racconto degli Evangelisti, un fatto impensabile: i sigilli come cera al sole si erano liquefatti, la grossa pietra tombale era rotolata via, e Gesù appare nel fulgore della luce, mentre le guardie spaventate si precipitano giù, in città.
In città quando ancora è notte fonda, in due o tre case c’è gente in movimento. Lumi ad olio si accendono, donne si pettinano e si vestono in fretta per andare ad un appuntamento. All’incrocio di tre strade, difatti, prima di prendere la mulattiera che porta al Calvario avviene l’incontro di donne velate a lutto che si domandano: “chi toglierà per noi la pietra del sepolcro?”.
Portano profumi, confezionati con mani oppose e cuore caldo, da deporre nella tomba, secondo i riti funerari ebraici.
Salgono per onorare un morto dopo la Festa e si incontrano con la vita, con la nuova Pasqua, perché la Pasqua ebraica è finita.
La Pasqua ebraica è memoria, è celebrazione corale del passato, la nuova Pasqua, la Pasqua cristiana è novità, è futuro.
La tomba è vuota perché Gesù spezza i sigilli, e come una crisalide vola via lasciando l’involucro intatto: “Pietro entra nel sepolcro ed osserva i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte” (Gv 20,6-7).
Il primo giorno della settimana, quando ancora era buio comincia la grande avventura del mondo nuovo. Comincia, secondo la narrazione di Giovanni, con questo correre: corre su e giù Maria di Magdala, corre Pietro, corre Giovanni, corrono gli Apostoli e nuovi seguaci corrono per le vie romane perché c’è fretta di annunziare al mondo che Cristo è risorto e veramente è risorto.
La fede profonda nella Resurrezione dà loro la forza di annunziare “ai poveri un lieto annunzio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore” (Luca 4,17-19).
Questa coraggiosa predicazione. per le vie del mondo porterà i testimoni oculari (gli Apostoli) e, nei secoli, migliaia e migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini a preferire il martirio al silenzio imposto dal Potere.
“Il primo giorno della settimana” Gesù risorge, non il giorno di Pasqua, ma il primo giorno feriale, quasi per dirci che Lui vive nella vita ordinaria.
Quindi, ogniqualvolta noi, nello scorrere di ore e giorni seminiamo semi di vita, viviamo la Resurrezione .
E c’è sempre Resurrezione:
– quando tendiamo una mano a chi cade lungo i bordi delle strade;
– quando diamo un sorriso a chi non riesce a guarire da una profonda ferita dell’anima;
– quando posiamo occhi compassionevoli su chi è disperato, perché, sopravvissuto alla cattiveria del mare, si imbatte nell’agire perverso di uomini malvagi;
– quando rompiamo i sigilli delle nostre tombe cariche di egoismo, chiusura ,intolleranza…
Buona Pasqua nella gioia di Cristo Risorto