A Catanzaro esposto un peperoncino gigante ‘anti covid’, già meta di visite da parte di centinaia di curiosi e turisti.
È ormai il pensiero fisso, l’incubo, il tormento di ciascuno.
Contro il covid si sta combattendo una battaglia difficile tra speranza e sconforto, tra fiducia nella scienza e scetticismo, tra provax e novax, tra la dura realtà ed i negazionisti.
Ed allora, ogni “arma” viene presa in considerazione per combattere questa pandemia globale. Mai come quest’anno gli italiani sono ricorsi ad amuleti, talismani, statuette ma anche tatuaggi con la speranza che scaccino per sempre la pandemia del secolo.
Secondo una proiezione dell’associazione ‘Donne e qualità della vita’, almeno 17 milioni di italiani hanno affrontato la notte di San Silvestro con un segno ‘distintivo’ custodito in tasca, nel portafoglio, nel cruscotto dell’auto, appeso a una collana o persino penzolante da un orecchino.
Addirittura a Catanzaro proprio il 31 dicembre è stato esposto nella centralissima Piazza Garibaldi un enorme peperoncino calabrese come spauracchio anti-covid, già meta di visite da parte di centinaia di curiosi e turisti.
In testa sono stati i connazionali che hanno indossato mutande, in genere biancheria intima, calze, foulard o indumenti rossi con il 13% dei casi. Molti (il 12 % dei casi) non hanno voluto rinunciare a una cena ricca di peperoncini ma anche aglio o cipolle considerati cibi ‘scaccia malanni’ dalla tradizione.
Al terzo posto l’intramontabile Unicorno per il quale ha optato un buon 10% dei superstiziosi.
Un 9% ha dichiarato di avere scelto il ferro di cavallo in forma di prezioso o bigiotteria. Ma sono andati a ruba anche gli scarabei, i decorativi acchiappasogni, le ghiande, le stelle a cinque punte, le ‘Mani di Fatima’, i raffinati sigilli di Salomone e i ‘denti di pescecane’.
Non potevano mancare i cibi portafortuna: di nuovo il peperoncino, ovviamente; e poi, lenticchie, melagrana, uva, bollicine, noci, castagne, capitone e mandarini.