Vibo Valentia – afferma il sindaco – ha lanciato la sfida più grande: un progetto di rigenerazione urbana lungimirante e rivolto al futuro
Ha lasciato che fossero gli altri – amministratori ed oppositori – a parlare e tessere lodi per il risultato raggiunto e solo in tarda serata ha comunicato il suo pensiero, la sua soddisfazione in proposito.
Il sindaco Maria Limardo ha quindi rilasciato le sue dichiarazioni in merito al cospicuo finanziamento che il Governo ha destinato alla città: 20 milioni di euro nell’ambito dei fondi del Pnrr previsti per la “Rigenerazione urbana”.
“È un risultato storico, un grande traguardo amministrativo che permetterà importanti investimenti per migliorare la qualità del decoro urbano, dei tessuti sociale e ambientale e per ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado. È un successo che consentirà di cambiare il volto di Vibo e di tutte le sue frazioni. Il futuro della città è appena iniziato, ed è bellissimo».
Queste, dunque, le prime dichiarazione del sindaco, Maria Limardo, in merito al decreto del ministero dell’Interno, di concerto con quelli dell’Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, che individua i Comuni beneficiari dei contributi da destinare a investimenti in progetti di rigenerazione urbana.
«Il progetto di rigenerazione urbana “Vibo Valentia 2030”, che interessa l’intero territorio comunale – spiega Limardo – è il completamento di un programma ambizioso e impegnativo, già avviato e del tutto necessario per valorizzare la città e migliorare la vivibilità degli spazi pubblici. Si tratta di una lunga serie di interventi coerenti tra loro e in linea di continuità con quelli già avviati o completati. La loro coerenza riguarda il contesto e le connessioni – storiche, paesaggistiche, funzionali e verso il mare – che sapranno attivare, i concetti, con “Borgo futuro”, “Città 15 minuti”, “Zona 30”, i linguaggi della ricerca identitaria e le prospettive di una città che si riscopre bella, attraente, pulita».
Innumerevoli gli interventi di progetto, che – come ricorda lo stesso sindaco – interesseranno il Cardo delle Clarisse, il Mercato delle Clarisse, piazza Luigi Razza, piazza Morelli (si continua – erroneamente – a chiamarla così, ma si tratta di piazza Edmondo Buccarelli, ndr), piazza delle Letture, via Cancello rosso, piazza Salvemini, il Giardino delle albizie, il Giardino didattico mediterraneo, il Parco delle biodiversità mediterranee, la Ciclovia littorina. Per quanto riguarda Vibo Marina, il fronte del porto, piazza Satriani, la Biblioteca del mare, la Passeggiata del lungomare, piazza della Stazione. Senza dimenticare gli interventi previsti nei quartieri Pennello (Passeggiata del lungomare, Giardino dei libri), Bivona (Parco del lungomare, piazza Marinella e la Tonnara, Parco del castello, Giardino operaio), Porto Salvo (Parco archeologico subacqueo di Trainiti, piazza di Porto Salvo, Giardino di Porto Salvo), Longobardi, San Pietro, Triparni, Vena Superiore, Vena Media, Vena Inferiore e Piscopio.
«Siamo felici che anche le forze di opposizione abbiano riconosciuto l’importanza del risultato ottenuto da questa amministrazione comunale. Un ringraziamento particolare – aggiunge il sindaco – va all’assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Russo, per il grande lavoro svolto, e al senatore Giuseppe Mangialavori, che ha seguito il progetto fin dall’inizio e ne ha supportato il relativo e difficile percorso parlamentare con forza e determinazione».
«Vibo Valentia – conclude Maria Limardo – ha lanciato la sfida più grande: un progetto di rigenerazione urbana lungimirante e rivolto al futuro di una città che può e deve esprimere al massimo le sue tante potenzialità, che può e deve tornare a essere competitiva anche coinvolgendo cittadini, imprese e associazioni in un grande piano di rilancio economico e sociale. Vibo (anche in questo caso, umilmente invitiamo tutti, sindaco compreso, a chiamare la città con il suo nome completo Vibo Valentia, ndr), la capitale italiana del Libro 2021, vuole parlare al Paese e al mondo e proporsi come modello per le buone pratiche amministrative e politiche».