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Rissa tra giovani adolescenti a Mileto, individuati e denunciati i responsabili

auto carabinieri

Aosta, carabinieri

&NewLine;<p><em>Tutto è avvenuto tra due distinti gruppi contrapposti di giovani di San Calogero e di Paravati<&sol;em><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Tutto si è consumato nella serata dello scorso Natale&colon; prima l’avvicinamento tra i ragazzi&comma; poi un breve ed a quanto pare inutile chiarimento verbale&comma; infine il susseguirsi di una rissa che ha coinvolto 9 giovani&period;<br>È accaduto nell’area attrezzata &OpenCurlyDoubleQuote;Mamma Natuzza” di Paravati&comma; qui i Carabinieri della Stazione di Mileto&comma; allertati telefonicamente del fatto da una ragazza&comma; si imbattono appena giunti in un diciasettenne con il volto tumefatto&comma; che viene trasportato presso l’ospedale di Vibo Valentia per le cure del caso&period;<br>L’individuazione dei responsabili appare sin da subito molto difficile&colon; si comprende dalle prime dichiarazioni come nella rissa si siano contrapposti due distinti gruppi di giovani di San Calogero e di Paravati&period; Fondamentale però è l’indicazione del movente&comma; ovvero un semplice sticker inviato in un gruppo WhatsApp composto da giovani di San Calogero e ritraente il viso di un ragazzo di Paravati&period; Quest’ultimo&comma; venutone a conoscenza&comma; decide di scagliarsi nei confronti di chi&comma; a suo dire&comma; sarebbe stato il responsabile del gesto&comma; coinvolgendo altri suoi compagni in un terribile e brutale effetto domino&period;<br>Le successive indagini condotte dai Carabinieri della locale Stazione coordinati dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia guidata da Camillo Falvo e dalla Procura dei Minorenni di Catanzaro guidata da Maria Alessandra Ruberto hanno consentito di individuare parte dei giovani coinvolti quella sera&colon; si tratta di un maggiorenne e di quattro minorenni&period;<br>Non è la prima volta che gli uomini dell’Arma sono dovuti intervenire negli ultimi mesi per sedare brutali aggressioni&comma; basti pensare alla giovane ragazza vittima di pestaggio ad un distributore di benzina a Zungri nel settembre scorso o al tentato omicidio perpetrato ad ottobre proprio nel centro di Vibo Valentia&comma; in piena zona di movida&period; In entrambi i casi sono stati assicurati i responsabili alla giustizia&period;<br>Il caso in questione è inoltre propizio per porre l’accento sulle attualissime tematiche relative all’uso consapevole dei social network&period; Internet infatti è diventato uno strumento predominante&comma; quasi indispensabile&comma; nell’allacciare e mantenere relazioni sociali ed è pertanto importante che i fruitori&comma; fra cui moltissimi minori con un soglia d’età sempre più bassa&comma; siano consapevoli e coscienti del fatto che la rete non è una zona franca dove le azioni che si compiono non hanno un responsabile&period; In altre parole il virtuale è reale&period;<&sol;p>&NewLine;

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