I consigli per un viaggio da sogno suggeriti dalla blogger nel settore dei viaggi e delle crociere per i lettori di ViViPress
di Liliana Carla Bettini
La crociera è nella maggior parte dei casi un momento estremamente rilassante, ma ci sono alcuni casi in cui l’equipaggio deve rispondere e quando lo fa, non vuole spaventare i passeggeri a bordo.
A bordo di una nave da crociera, i membri dell’equipaggio lavorano 24 ore al giorno per assicurarsi che la comunità dei passeggeri possa godere di una crociera serena e soprattutto incolumi.
Da una intervista ad un ex direttore di crociera possiamo comprendere su come lo staff comunica tra loro quando si verificano determinate situazioni.
Apparentemente, esiste un “linguaggio segreto del codice di crociera”.
In qualità di direttore della crociera, la sua principale responsabilità era quella di supervisionare il benessere delle migliaia di passeggeri e dell’equipaggio a bordo e che tutto funzionasse in armonia.
Qualora qualcosa andasse “storto”, è fondamentale che lo staff disponga di parole in codice in modo che i passeggeri non si spaventino.
Un ‘Alpha’ è un’emergenza medica,
Un “Whiskey” è, invece, una richiesta di intervento medico.
Un “Bravo, Bravo, Bravo” è un avviso di incendio. Alcune Compagnie utilizzano anche “Alpha Team, Alpha Team, Alpha Team”, per segnalare un incendio a bordo.
Inoltre, in caso di squilli continui del campanello d’allarme per dieci secondi e poi il fischio continuo della nave per altri dieci secondi, vuol dire che c’è un’emergenza incendio.
“Echo, Echo, Echo” significa che c’è il rischio di una collisione con un’altra nave, mentre per altre compagnie indica pericolo di vento forte nel porto.
“Sierra” segnala una avaria in sala macchine.
“’Kilo, Kilo, Kilo” è una richiesta a tutto il personale di presentarsi ai propri posti di emergenza, cosa che avviene in caso, diciamo, di un’evacuazione necessaria.
Fai attenzione se senti annunciare “Oscar”, che significa che qualcuno è finito in mare.
La chiamata che nessun capitano di nave vorrebbe mai dover fare è “Mayday”, la parola usata in tutto il mondo per effettuare una chiamata di soccorso tramite comunicazioni radio.
Mayday segnala un’emergenza pericolosa per la vita, sebbene possa essere utilizzata in una varietà di altre situazioni.
La procedura richiede che il segnale di soccorso “mayday” venga pronunciato tre volte di seguito, in modo che non venga scambiato per un’altra parola o frase.
Una tipica richiesta di soccorso inizierà con “mayday” ripetuta tre volte, seguita da tutte le informazioni pertinenti di cui i potenziali soccorritori potrebbero avere bisogno, incluso il tipo e l’identità dell’imbarcazione coinvolta, la natura dell’emergenza, il luogo o l’ultimo luogo noto, il tempo attuale, il carburante rimanente, quale tipo di aiuto è necessario ed numero di persone in pericolo.
“Mayday” fu pronunciata, la prima volta, come richiesta di soccorso internazionale nel 1923. Fu ufficializzata nel 1948. Fu un’idea di Frederick Mockford, che era un alto ufficiale radiofonico all’aeroporto di Croydon a Londra.
Ebbe l’idea di “mayday” in quanto ricordava la parola francese m’aider, che significa “aiutami”.
A volte una richiesta di soccorso “mayday” viene inviata da una nave per conto di un’altra nave in pericolo, ed è nota come staffetta Mayday.
Se una chiamata “mayday” viene ripetuta e non viene confermata, un’altra nave che ascolta la trasmissione può tentare di ritrasmetterla ancora e ancora fino a quando non viene raggiunto l’aiuto.
Per situazioni che non sono pericolose per la vita, è possibile trasmettere uno dei numerosi altri messaggi urgenti.
Ad esempio, “Pan-Pan”, dalla parola francese panne, che significa “guasto” e può essere utilizzato per segnalare una situazione urgente che coinvolge un problema meccanico o medico.
Un altro segnale è “Securite”, dalla parola francese sécurité, che significa “sicurezza”. “Securite” viene spesso utilizzato per trasmettere un messaggio sulla sicurezza, come il maltempo o i rischi di navigazione.
Come “mayday”, queste frasi vengono solitamente ripetute tre volte per evitare confusione.