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Guerra in Ucraina, il 3° Circolo di Vibo Valentia accoglie 12 piccoli profughi

Stanno tutti già andando a scuola frequentando regolarmente le lezioni alla De Amicis ed al Convitto Filangieri

“La nostra scuola ha una grande tradizione di inclusione ed accoglienza della quale dobbiamo essere orgogliosi; è quindi pronta a fare la propria parte, per dare sostegno a una comunità colpita da un attacco inaccettabile, accogliendo nelle aule bambini e ragazzi ucraini costretti a lasciare il loro Paese a causa della guerra indecorosa”.

Sono state questa le parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi all’indomani del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio, che sono state concretamente attuate, come sempre, dal 3° Circolo De Amicis di Vibo Valentia in sinergia con il Convitto Filangieri.

La macchina organizzativa si è messa in moto immediatamente attraverso il coinvolgimento attivo degli organi collegiali, dell’intero personale scolastico, dei genitori; e così la “Comunità educante” del centro storico di Vibo Valentia ha accolto – mai parola più giusta – 12 bambini e ragazzi di età compresa fra i 4 ed 14 anni, provenienti dall’oltraggiata terra ucraina.

I ragazzi, con il prezioso lavoro svolto dalle mediatrici linguistiche e dalle psicologhe in sinergia con i docenti, stanno regolarmente e flessibilmente frequentando le lezioni e utilizzando le dotazioni della scuola.

Giochi, studio, approfondimenti, riflessioni, partecipazione alle iniziative PON e POR, coinvolgimento nelle numerose attività integrative che caratterizzano la poliedrica offerta formativa del 3° Circolo – De Amicis, stanno gradualmente facendo ritrovare un minimo di normalità ai ragazzi ucraini; atteso che difficilmente – considerando quello che è avvenuto e continua ad accadere nel loro paese – potranno in breve tempo ritrovare una serenità quanto mai auspicabile.

“Non stiamo facendo nulla di eclatante, strano o fuori dal normale – ha dichiarato il Dirigente Scolastico Alberto Capria – Accogliere, includere ed integrare è l’humus di cui si nutre una scuola. Ed era scontato che anche in questa vicenda tristissima, indecorosa anzi indecente – a cui di fatto tutti assistiamo o contro la quale, al massimo, manifestiamo – fossimo presenti a dare concretamente un contributo; auspicando che si ritorni a ragionare e ad inverare le parole di Giovanni Paolo 2°: mai più guerre, avventure senza ritorno!“.

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