Non si fa mai abbastanza per far conoscere e rispettare questi importantissimi elementi a tutela del nostro ecosistema
di Thomas Vatrano
Le api: una società perfetta!
Chi ha avuto la fortuna di essere un bambino degli anni ’80 avrà visto il cartone animato dell’Ape Maia, una piccola ape che insieme ai suoi amici viveva all’insegna dell’avventura, tra un fiore e un altro e tra tante insidie lasciava incollati allo schermo. E – perché no? . a volte faceva anche commuovere.
Questi piccoli esserini, che scientificamente sono definiti Apis mellifera, le api che comunemente siamo abituati a vedere nei nostri areali, sono tra gli animali più importanti per la nostra sopravvivenza e nel contempo tra i più minacciati di estinzione.
Chiunque avesse voglia di cimentarsi nell’osservazione di questi piccoli amici potrà fare una passeggiata nella lussureggiante macchia mediterranea o meglio ancora in un campo di agrumi. Questi ultimi stanno per aprire i loro profumatissimi fiori, le zagare, organi vessillari che attraggono le api che con calma e precisione lambiscono il loro nettare per poi riportarlo a “casa” e trasformarlo nel prezioso miele che siamo abituati a mangiare.
Le api costituiscono una società perfetta. Ebbene si, perché è un insetto sociale che vive in colonie all’interno dell’alveare, una struttura costituita da celle esagonali suddivise in aree funzionali a seconda dell’uso finale.
Pensate un po’, ciascuna colonia è formata da circa 100 mila individui che si suddividono in tre caste rappresentate dalla regina, dalle operaie e dai maschi, detti anche fuchi.
La regina, che ha il compito di deporre le uova, può vivere fino a 4-5 anni. Nasce per sostituire una vecchia regina malata o per sciamare e formare una nuova colonia, da un uovo fecondato in modo identico a quello da cui nascono le operaie, ma che viene deposto in una cella speciale, situata a fianco dei favi, più grande delle altre dell’alveare e orientata verticalmente anziché orizzontalmente.
Poi ci sono i maschi (fuchi) che hanno il compito di fecondare la regina e vivono all’incirca una stagione.
L’operaia è una femmina sterile, vive circa 40 giorni d’estate e possiede un corpo estremamente versatile che le consente di svolgere tutti i lavori necessari all’alveare. Costituiscono una casta monomorfa, ossia di individui tutti uguali tra loro.
Sapevate che all’interno dell’alveare esistono alcune operaie definite “architetto”? Il loro corpo funge da impalcatura e guida per la costruzione di un nuovo favo.
E poi ci sono anche le “ventilatrici”, che favoriscono la maturazione del miele permettendo l’allontanamento dell’umidità in eccesso! Ma anche l’ape “guardiana” a difesa e controllo dell’alveare.
Ma passiamo ora alla “bottinatrice”, l’ape che ha il compito di raccogliere l’acqua, il nettare, il polline e i propoli.
Pensate un po’ quanto lavoro svolgono questi importanti insetti, in modo perfettamente sincronizzato tra di loro e nel pieno rispetto di tutti. Ma inevitabilmente a sconvolgere questo idillio ci sono diverse minacce, tra cui l’uomo.
Le api domestiche e selvatiche sono responsabili per circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo.
Tra le minacce che mettono a rischio la loro esistenza ci sono:
- la varroa, un acaro parassita che si nutre dell’emolinfa delle api, che paragonato agli umani sarebbe il sangue. È capace di insinuarsi nella colonia e riuscire ad attaccare tutte le api che la formano.
- I neonicotinoidi, si tratta di sostanze chimiche di sintesi utilizzate in agricoltura per il contenimento di parassiti delle colture agrarie. Diversi prodotti sono già stati banditi perché ritenuti nocivi.
- La vespa asiatica la cui dieta è rappresentata per il 30% da api!
- Le monocolture che eliminano le rotazioni agrarie e anche la biodiversità.
- Ultimo ma non per importanza, il cambiamento climatico, che a causa dello sconvolgimento delle variabili climatiche, modifica le abitudini delle api. Le fioriture tardano o anticipano e spesso le api non trovano nettare a sufficienza.
Non si fa mai abbastanza per far conoscere (e rispettare) questi importantissimi esserini, che in fondo hanno solo voglia di “visitare” la moltitudine di fiori che la natura ci offre.
Ogni ape porta in sé il meccanismo dell’universo: ognuna riassume il segreto del mondo.
(Michel Onfray)