Il nipote a lui più legato, e che porta il suo stesso nome, traccia un profilo più diretto dello storico parroco della Sacra Famiglia
di Angelo Sabatino
Don Angelo Sabatino ha abbracciato la vita eterna, e la Comunità Vibonese perde un altro valoroso protagonista degli anni dello sviluppo sociale e religioso della Città a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo, dal suo sacerdozio.
Dopo l’intensa esperienza vissuta presso la Curia Vescovile di Mileto, a partire dalla metà degli anni ’70 don Angelo si è speso nella realizzazione della Parrocchia della Sacra Famiglia. In un quartiere della Città bisognoso di molte attenzioni ha realizzato l’attuale Chiesa con la piazzetta antistante ove ha voluto, per ultimo, posizionare la statua di Papa Wojtyla che ha sentito particolarmente vicino durante la sua missione, e la Casa Canonica munita di teatro, mensa e alloggi per i sacerdoti, nonché sede della Scuola di Scienze Religiose. La formazione delle nuove generazioni era una sua priorità e lo sguardo verso i giovani è testimoniato dalla creazione dell’annesso Oratorio. Contemporaneamente le sue attenzioni sono state rivolte ai disabili, accogliendoli e gestendo a loro favore i noti campi estivi di Sant’Irene.
Al suo fianco nella sua missione, con la discrezione che la contraddistingueva, è stata presente sua madre Maria Teresa. Fino a quando ha vissuto lei c’era sempre, anche nei viaggi da lui intrapresi, tantissimi, con la sua Comunità in pellegrinaggi, tra l’altro, in Terra Santa e a Lourdes; altri visitando suoi familiari sparsi per il mondo, dall’Europa all’Australia, dagli Stati Uniti ai Paesi Arabi, finanche in Giappone. E proprio dai viaggi don Angelo ha tratto ispirazione per iniziative innovative nella sua Comunità Parrocchiale.
La sua missione è stata interamente dedicata alla sua Comunità nel quartiere di cui è stato l’indiscusso protagonista di sviluppo e trasformazione sociale, affrontando e superando avversità e problematiche di qualsiasi genere, portando a compimento i suoi progetti. Con il suo carattere tanto affabile quanto, all’occorrenza, autoritario ha formato una Comunità che lo ha amato e gli ha manifestato riconoscenza, alla quale ha voluto destinare tutti i suoi sforzi.
Le sue azioni sono state il riflesso della sua anima, attento a tutto, vicino anche alla sua famiglia con innumerevoli nozze e battesimi celebrate per fratelli e nipoti, a cui lascia l’esempio del suo comportamento.
Quando circa dieci fa ha terminato la sua corsa, ha ceduto il prosieguo della missione intrapresa al neo parroco don Piero Furci, con onori e oneri, sebbene don Angelo sia rimasto sul posto vivendo nella fede e nella preghiera.
Tra le tante iniziative, in una delle ultime durante la ricorrenza della Sacra Famiglia del 2017 ha donato alla sua Parrocchia il Calice e la Pisside ricevute in dono tanti anni addietro dal compianto fratello Rocco, con la consegna avvenuta per mano dei pro-nipoti Alberto e Lavinia al Vescovo Mons. Luigi Renzo.
Tutto sembrava compiuto, per gioire nella fede del meritato riposo. Dopo è iniziato il suo declino fisico e la sua salute è divenuta sempre più precaria, al punto di doversi trasferire nel 2020 presso Casa Don Mottola di Tropea, per ricevere adeguata assistenza. Qui ha mantenuto la sua affabilità con gli altri vivendo nella preghiera e, compatibilmente con le sue condizioni di salute, celebrando Messa con altri sacerdoti nella Cappella della Casa.
L’intera diocesi di Mileto con gli Ecc.mi Vescovi succedutesi, i parrocchiani e le persone più care gli sono stati sempre vicino, anche con la preghiera. Testimonianza di ciò sono state le sue esequie, fortemente partecipate. A tutti loro va un vivo ringraziamento. Tra le persone più care si ricordano don Piero Furci che prosegue la sua opera; l’infaticabile don Antonio Russo, vicino in ogni occasione; i suoi affetti di sempre Caterina Pugliese e Antonello Corigliano. Inoltre è da ricordare l’instancabile sig.ra Lina, che lo ha assistito con devozione nell’ultimo ventennio.
Infine il ringraziamento finale è per lui, Don Angelo, per i suoi valori e i suoi insegnamenti che rimangono nei nostri cuori e nella Comunità tutta. Ci mancherà, ma sarà sempre dentro ciascuno di noi.