Itinerari di viaggio da sogno suggeriti dalla blogger nel settore dei viaggi e delle crociere per i lettori di ViViPress
di Liliana Carla Bettini
È una meraviglia che la Giordania resista, tutt’oggi, come il cuore della tranquillità in Medio Oriente.
Forse la magia sta nella capacità di un popolo che tradizionalmente ha accolto gli stranieri, dai beduini fino all’industria turistica di oggi.
È un’alchimia che porta a esperienze meravigliose, guide gentili, sistemazioni meravigliose e bellezze naturali ben conservate.
Il peccato è che molti viaggiatori sbarcano ad Amman, si fermano a Petra per una notte o due e magari si recano nel deserto del Wadi Rum per un giorno prima di volare verso altre destinazioni.
Un viaggio così veloce perde molti dei tesori che aspettano pazientemente di essere scoperti in tutto il paese.
Quindi desidero condurvi verso l’altro lato della Giordania, al di là dei luoghi turistici più famosi, e viaggiare fuori dai sentieri battuti.
Ad Amman, l’Anfiteatro Greco e la Cittadella sono tappe popolari.
Appena fuori dal villaggio di Umm Qais, la città della Decapoli di Gadara, ha conservato lunghi viali di edifici in pietra e l’antico sistema idraulico che portava l’acqua sulla montagna per riempire fontane, bagni e piscine.
Il suo periodo di massimo splendore durò dal II al IV secolo, ma anche più tardi, in epoca bizantina, quando furono eretti magnifici edifici sacri.
Gadara era un importante luogo di pellegrinaggio cristiano, ed è menzionata nel Nuovo Testamento come il luogo in cui Gesù scacciò i demoni.
Colonne imponenti proiettano ombre sugli ampi viali dell’antica città di Jerash, nota in epoca greco-romana con il nome di Gerasa, è una delle gemme preziose della Giordania.
I romani costruirono qui un ippodromo per le corse dei carri intorno al 220 d.C.
Oggi i giordani tengono concerti all’interno dello spazio di pietra del “circo” che un tempo ospitava oltre diciassettemila spettatori.
Pietre scolpite e colonne decorate continuano a stupirci e spesso lo stupore è accompagnato da melodie che echeggiano quando bande di musicisti sfruttano l’acustica all’interno dell’anfiteatro.
Mentre le chiamate musulmane alla preghiera risuonano in tutto il paese, i luoghi santi cristiani sono preservati anche in Giordania.
Il sito di Betania oltre il Giordano è situato in un ambiente naturale incontaminato.
Si ritiene che il sito sia il luogo in cui Gesù di Nazaret fu battezzato da Giovanni Battista.
Questo riferimento ha incoraggiato generazioni di monaci, eremiti, pellegrini e sacerdoti a risiedere e visitare il sito e a lasciare testimonianze della loro devozione e attività religiose.
Presenta resti romani e bizantini tra cui chiese e cappelle, un monastero, grotte utilizzate dagli eremiti e vasche in cui venivano celebrati battesimi, a testimonianza del carattere religioso del luogo.
Dopo 40 anni alla guida degli israeliti nel deserto, Mosè si fermò sulla vetta battuta dal vento del Monte Nebo e osservò la Terra Promessa di Canaan.
Oggi la Basilica eretta sul monte è ricca di mosaici che commemorano il luogo di riposo di Mosè.
All’esterno dell’attuale santuario si trova un’enigmatica croce a serpentina di bronzo.
Creata dall’artista italiano Giovanni Fantoni, fonde con fantasia il serpente di bronzo forgiato da Mosè nel deserto e la croce su cui Gesù fu crocifisso.
Un sito meno noto si trova a Khirbet al-Mukhayyat, una cittadina a est, tra il monte Nebo e Madaba.
Qui ci sono i resti del villaggio di Nebo, menzionato due volte nella Bibbia, dove gli abitanti del villaggio nel VI e VII secolo costruirono diverse chiese.
Nel villaggio sono state rinvenute molte antiche chiese romaniche, la principale delle quali è la Chiesa dei Santi Lot e San Procopio, situata sulla sommità di un colle, e la Chiesa del Predicatore Giovanni situata in una vallata sotto il colle.
Oggi i giordani parlano ancora sommessa di Lawrence d’Arabia, anche se i suoi sforzi, resi famosi da Thomas Edward Lawrence e Hollywood, hanno portato alla rovina i combattenti per l’indipendenza un secolo fa.
I giordani tengono per sé quelle ferite e guardano al domani, alla luce di una cultura costruita nel corso di migliaia di anni ed alla consapevolezza che proprio a quella rovinosa rivolta va riconosciuto il merito di aver posto all’attenzione del mondo occidentale delle bellezze paesaggistiche uniche al mondo.
Ora nel Wadi Rum, i giordani hanno creato accampamenti e fughe nel deserto fantastici e confortevoli.
Lawrence aveva descritto il paesaggio come “vasto, echeggiante e simile a Dio”.
Questo è certamente vero nei profondi passaggi del canyon vicino ai “Sette pilastri della saggezza” e nel silenzio tonante all’interno dei campi beduini.
I beduini nomadi vivono semplicemente.
Si occupano delle loro pecore e installano le loro tende in tutto il paese, anche lungo le moderne autostrade che portano ad Amman.
L’ospitalità beduina non è solo una frase esotica. Le loro case, anche se misere, sono sempre aperte agli estranei che sono invitati a prendere un tè o ad assaggiare il caffè aromatizzato al cardamomo.
La Giordania conserva i ricordi architettonici dei suoi conquistatori e la campagna è costellata di meraviglie che rivaleggiano con i siti archeologici più famosi.