Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 20 novembre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
celebriamo, oggi, con la liturgia di questa ultima domenica del tempo ordinario, la festa di Gesù Cristo Re dell’universo.
Ma qual è la regalità del Figlio di Dio?
Dal suo trono, la Croce, sulla quale è stato inchiodato ed elevato in alto, scendono sette parole in risposta ad altrettante sette parole di provocazione e di insulto, che l’umanità, dalla terra, rivolge a Lui.
Gesù “regna dal legno”, come amavano dire i Padri della Chiesa; ed è da lì che insegna ad amare, perdonare, cercare comunione e donare fino all’ultimo respiro.
Sotto la croce c’è il popolo che sta a guardare, a curiosare e cercare spettacolarità;
ci sono le donne che si battono il petto, impietrite nel dolore;
ci sono i capi che lo deridono;
ci sono i soldati romani che lo scherniscono;
c’è un ladrone al suo fianco che lo bestemmia e lo insulta: “non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”
Ma c’è anche uno spiraglio di luce…
“L’altro ladrone disse: Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno. Gli rispose: in verità io ti dico: oggi sarai con me in Paradiso”(Luca 23,42-43).
![Don Fiorillo, Gesù Cristo Re insegna che l'unica possibile regalità è quella del servizio 2 croce](http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/11/croce.jpg?w=291)
Gesù conclude la sua vita non fra due discepoli, non su un trono regale, ma sulla nuda croce, in mezzo a due ladroni, per dirci che è lì che vuole morire, tra i dannati della terra, perché alla sua salvezza preferisce la nostra salvezza.
Del resto nei suoi insegnamenti aveva sempre affermato: “il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto ” (Luca 18,10).
Gesù è riconosciuto, anche se in maniera provocatoria, dai suoi nemici “re” con l’iscrizione che appendono la sera del Venerdì, sul suo capo: “questi è il re dei Giudei”.
Ma ci domandiamo: qual è la regalità che chiede Gesù?
Sappiamo che Lui non aveva simpatia per i re.
Difatti nelle sue parabole i re vengono fuori sempre con una presenza sinistra e minacciosa e sempre pronti a schiacciare la povera gente:
“Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato” (Luca 19,22).
E ancora: “voi sapete che coloro i quali sono considerati i re delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono (Marco 10,42).
E ancora ci chiediamo: quale regalità ci chiede Gesù?
Questa: “sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Giovanni 13,14-15).
È questa la regalità di Gesù, la regalità del servizio: “chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti” (Marco 10,44).
Oggi noi siamo chiamati a testimoniare questa regalità, con gesti quotidiani espressi in semplicità di vita ed umiltà di cuore:
* sapere fiorire e dare frutti là dove siamo stati seminati;
* sapere dare una parola di consolazione a chi si è perso nei bassifondi dell’esistenza e. ..
* portare amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, speranza dove c’è disperazione, gioia dove c’è tristezza, luce dove c’è tenebra.
Buona domenica col prendere coscienza, sempre più, che il mondo appartiene a chi lo serve e lo migliora e non a chi egoisticamente lo domina e lo possiede.
Don Giuseppe Fiorillo