L’amministrazione comunale emana un comunicato dai toni definiti “al vetriolo” e nasconde la ricostruzione reale di quanto accaduto
di Maurizio Bonanno
Coltivare il silenzio. A volte è utile, è molto più utile del dare risposte che, alla fine, confermano solo quell’approssimazione con cui superficialmente ci si approccia ai compiti da affrontare. Sarebbe utile, ma oggi è impossibile. Nell’era dei social è impossibile stare in silenzio: se non posti (cioè, scrivi un post, invii un comunicato), se non dici la tua, se non mostri ciò che fai e che dici (e ciò che fai e che dici è sempre inevitabilmente bellissimo e giusto!), non esisti. E questo costringe ad intervenire, impedisce il silenzio, quel silenzio che – un tempo si diceva – fosse dei saggi.
Professare umiltà, rispetto verso gli altri. Anche questo è ormai desueto, impossibile da applicare. L’arroganza è la regola del vivere quotidiano, soprattutto se sei donna o uomo di potere: o meglio, persona che gestisci un qualunque potere dimenticando che si tratta di una circostanza temporanea, che è una delega che gli altri concedono solo a tempo, mentre l’autorevolezza e la stima sono riconoscimenti difficili da ottenere: la leadership è una qualità che esiste solo se riconosciuta dagli altri, non può essere imposta… e non è prerogativa di chiunque, è qualità che si ha e che non si ottiene grazie alla poltrona, più o meno prestigiosa, momentaneamente occupata.
Il rispetto verso gli altri, poi… dovrebbe essere un punto d’onore per chi, rivestendo un incarico (perché fare gli amministratori, gli amministratori pubblici soprattutto, non è una carica: è un incarico e non è a vita!) è chiamato a svolgerlo “al” servizio della comunità e non a servirsene, fors’anche solo per dare fiato alla propria vanità.
Ed ancora, dedicarsi alla cura della reale ricostruzione dei fatti, ricercare la verità e non spacciare per verità assoluta quelli che sono invece personali punti di vista, ricostruzioni parziali utili a mistificare la realtà approfittando del ruolo istituzionale che momentaneamente – momentaneamente, è bene ribadirlo – si ricopre.
Questa premessa per spiegare l’evoluzione dei fatti avvenuti intorno al “Festival medievale” che l’amministrazione comunale ha, circa due mesi fa, annunciato pubblicamente inserendolo tra gli appuntamenti estivi nel cartellone degli eventi del cosiddetto “Agosto vibonese”. Evento che, però, non si è compiuto, per colpa di chi?
Per l’amministrazione comunale, inevitabilmente chiamata in causa considerato che l’evento era inserito nel suo cartellone, non ci sono dubbi: la colpa è degli altri!
Con un comunicato, opportunamente definito “al vetriolo” dalla Gazzetta del Sud, la Giunta comunale in toto si scarica di ogni responsabilità, affermando testualmente: “L’errore di fondo è da ricercare nel fatto che – per come riportato dagli organi di stampa – sarebbe stato il Comune ad avere l’onere di interloquire con la direzione del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia per la predisposizione della logistica e quindi dell’organizzazione di tutti gli aspetti tecnici. Ovviamente non è così e non sarebbe potuto essere diversamente: nel redigere il cartellone estivo, l’amministrazione comunale si è limitata a giudicare positivamente gli aspetti culturali della proposta avanzata dall’associazione Lux Gladio, inserendo quindi la proposta medesima all’interno del cartellone”.
La nota della Giunta comunale precisa quindi: “Non è onere del Comune occuparsi della fase organizzativa dell’evento, che invece è in capo al soggetto proponente, così come avviene puntualmente con tutte le altre iniziative organizzate dalle altre associazioni e/o comitati. Ancor più se l’evento si svolge in una struttura che non è di proprietà comunale, quale appunto lo splendido castello vibonese, afferente, come noto, alla direzione regionale dei musei della Calabria e quindi al Ministero della Cultura. Sarebbe stata dunque l’associazione Lux Gladio a dover avanzare richiesta alla direzione del Museo e non altri”.
Posta così, la ricostruzione dei fatti non fa una piega e, per quanto i toni appaiano – come dire? – un po’ sprezzanti nei riguardi dell’associazione Lux Gladio, il Comune se ne lava le mani e chiude la faccenda incolpando “gli altri”. Insomma, per come conclude il comunicato in questione, “da quanto fin qui illustrato si evince chiaramente come alcuna responsabilità possa essere addossata all’ente per il mancato svolgimento del pregevole evento”.
Tutto qui? Questa è la realtà dei fatti?
A prescindere da ogni altra considerazione, il buon senso suggerirebbe a me, cittadino comune, dovessi banalmente programmare una festa cin cui invito amici dicendo loro che ci sarà uno spettacolo, di sentire quantomeno la responsabilità di accertarmi che chi ho contattato per mettere sù lo spettacolo ci stia lavorando, abbia predisposto ogni cosa per la migliore riuscita e, nel caso appurassi di un qualche problema, mi impegnerei per dar loro una mano perché è innanzitutto nel mio interesse che tutto vada per il meglio.
Ma non è tutto. Perché possiamo affermare che la ricostruzione dei fatti è solo parziale e c’è da augurarsi che questo sia dovuto solo al fatto che non si è a conoscenza di tutto il percorso che l’organizzazione di questo evento ha svolto (e chi dovrebbe saperlo? A chi spetta il compito di informare gli amministratori di quanto già programmato?), per quanto questo offrirebbe lo spunto per accusare (ma noi questo non lo faremo) di superficialità ed approssimazione gli estensori del documento della giunta comunale.
La redazione di ViViPress è in possesso di una documentazione, che, essendo privata, per motivi di privacy non può essere resa pubblica senza autorizzazione dei diretti interessanti, in base alla quale è possibile ricostruire i vari passaggi di tutta questa grottesca vicenda.
Dunque, l’evento, la cui organizzazione era (e lo sarebbe ancora oggi) a carico dell’associazione Lux Gladio, viene “acquisito” dal Comune che lo inserisce nel cartellone degli eventi estivi reso pubblico nei primi giorni di luglio. Ciò fatto, 46 giorni prima dell’evento (avete capito bene: 46 giorni prima dell’evento!) il responsabile della Lux Gladio, Agostino Mano, scrive all’assessore comunale alla Cultura per chiedere “conferma” e sapere cosa fare per procedere con l’organizzazione. Dall’assessorato si risponde che si era in attesa di interloquire con il Direttore del Museo (cioè l’assessore aveva già preso contatto con il Direttore ed aspettava di incontrarlo – l’assessore, sempre l’assessore – per stabilire ogni questione di carattere organizzativo). Nell’attesa di una risposta ad una richiesta fatta 46 giorni prima la data dell’evento, l’associazione Lux Glacio, tranquillizzata dal fatto che l’assessore si era assunto tale compito, ha iniziato a preparare l’evento. Non avendo ricevuto comunicazioni che facessero paventare difficoltà, nè direttive che suggerissero che dovessero essere loro ad interloquire con il Direttore del Museo, si giunge a 6 giorni dall’evento quando la Lux Gladio invia per conoscenza all’assessorato la locandina che pubblicizzava l’evento mai disdetto, scoprendo – solo allora: appena 6 giorni prima l’evento e 40 giorni dopo l’ultima interlocuzione – che il Festival Medievale non si poteva fare!
Questi sono fatti. Questi sono i fatti che la Giunta comunale nel suo comunicato ha omesso di ricordare!
Ecco perché forse – forse! – sarebbe stato utile il silenzio.
Infine, un’ultima riflessione. Con grande – e, perché no, anche piacevole – sorpresa, scopriamo da una comunicazione ufficiale dell’assessore alla Cultura che oggi – domenica 3 settembre – il Comune invita tutti a: “un altro appuntamento alla scoperta delle bellezze della nostra Città”, con tanto di visita al Castello.

Come al Castello? Al Castello oggi 3 settembre? Ma, allora il Comune ha parlato con il Direttore del Museo, si è accordato per questa visita da fare domenica 3 settembre, ma,,, il cartellone, sempre dello stesso Comune, non aveva annunciato che il 3 settembre al Castello era in programma il “Festival Medievale”? E proprio al Castello?
Una svista? Una dimenticanza? Oppure, il Comune non sa cosa il Comune organizza lo stesso giorno nello stesso luogo?
Eppure, “da quanto fin qui illustrato si evince chiaramente come alcuna responsabilità possa essere addossata all’ente per il mancato svolgimento del pregevole evento”,,,