Il fuoco divampato a Bivona si è poi sviluppato all’interno della struttura ormai abbandonata dall’allusione del 3 luglio 2006
di Maurizio Bonanno
La maledizione del Lido degli Aranci non dà tregua ed infierisce ancora oggi drammaticamente, con un incendio, scoppiato poche ore fa, che sta distruggendo l’intera struttura rimasta.
Quello che fu uno dei luoghi più “in” delle estati dell’Italia da bere, punto di riferimento negli anni ’80 e ’90 del “bel vivere” sulla Costa degli Dei, meta prediletta di artisti e divi del mondo dello spettacolo tra esibizioni e serata in discoteca ha vissuto il declino con l’avvento del nuovo millennio fino al momento più drammatico e distruttivo culminato con l’alluvione del 3 luglio 2006, che di fatto ne decretò la fine traumatica.
Da allora, la storica struttura del Gruppo Mancini non è riuscita più a riprendersi, malgrado diversi tentativi, attuandosi così quella che è stata, forse non a caso, definita la “maledizione del Lido degli Aranci”.
Fallito il tentativo di trasformarlo in un resort, dopo che il Lido era stato rilevato all’asta promossa dal curatore fallimentare nominato dal tribunale dopo il fallimento della società proprietaria, la “Hotel 501 Spa” (che faceva capo alla famiglia Mancini), l’obiettivo era quello di rilanciare il brand della struttura ricettiva e farla ridiventare un punto di riferimento per i vacanzieri di tutta Italia e non solo, ma i buoni propositi si sono scontrati con la dura realtà.
Di fatto, ad oggi la struttura era abbandonata, vittima di questa sorta di maleficio che in queste ore sta consumando definitivamente ogni speranza
Complice il caldo opprimente ed afoso di questi ultimi giorni, il fuoco ha preso il sopravvento. Le immagini testimoniano la feroce aggressione delle fiamme che stanno avvolgendo quel che restava della struttura.

Per chi tra quelle pareti ha vissuto le belle esperienze delle estati ruggenti degli anni ’80, per le generazioni che hanno vissuto l’ebbrezza di un periodo dove tutto era possibile, gli anni degli yuppies e dei paninari, queste immagini di fuoco sono un colpo al cuore.
Le fiamme stanno distruggendo ricordi, sogni, avventure e passioni di estati mitiche che avevano trasformato Bivona nella località dove si nutriva la cultura giovanile yuppies e paninara, con il suo stile brioso e colorato; film, musica e icone di stile che si realizzavano tra i tanti turisti che da ogni parte della penisola qui arrivavano per realizzare con la vacanza possibile l’atteso riscatto sociale e l’affermazione personale tutti accumunati da un lieto fine cogliendo lo spirito dell’epoca.
I ricordi delle serate in discoteca dove la musica più in voga spaziava fra il pop commerciale e la new wave; musica che includeva diverse sonorità e influenze di generi differenti. E quanti cantanti protagonisti dei quel periodo hanno soggiornato, ballato, cantato al Lido degli Aranci.
Ricordi che adesso stanno bruciando nelle fiamme che stanno definitivamente distruggendo questo lido vittima di una maledizione

Era il tempo in cui i ragazzi amavano uscire, vedersi con gli amici, e bastava una chitarra per consumare la notte fino all’alba.
I giovanissimi facevano feste a casa o frequentavano le discoteche di pomeriggio, mentre i più grandi andavano in discoteca. Tra il verde rigoglioso di quei viali ricche di piante, si attuava l’abitudine del tempo di girare con walkman e cuffiette, che allora servivano solo ad ascoltare la musica perché gli smartphone non esistevano.
I turisti che arrivavano si portavano dietro macchine fotografiche raffinate, mentre i più giovani preferivano quelle usa e getta, perché allora e foto si dovevano portare a sviluppare e si potevano vedere solo dopo un minimo di 7 giorni.
Che fossero viaggi di piacere o di lavoro, erano comunque gli stradari i più utilizzati per orientarsi durante i lunghi tragitti al termine dei quali si riusciva ad approdare al Lido quasi fosse un’avventura. Per noi, che volevamo raggiungere la spiaggia di Bivona ed il Lido degli Aranci, bastava il Ciao, mitico motorino che si accendeva pedalando, oppure i passaggi, che si chiedevano sistemandosi lungo la strada proprio di fronte al 501 hotel; solo i più fortunati potevano permettersi la Vespa 50 spesso personalizzata con gli adesivi dei propri miti.
Poi, tutti insieme, senza distinzione di classe sociale e disponibilità economiche, a fare gruppo e vivere indimenticabili serate, testimoni di estati memorabili il cui ricordo oggi si sta sciogliendo tra le fiamme.