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Sanità in Calabria, liste d’attesa impossibili. La denuncia del Presidente dell’Associazione Don Gnocchi

Cosimo Limardo ha inviato una lettera al Ministro della Salute ed al Governatore della Calabria

Con due lettere – una inviata al Ministro della Salute Orazio Schillaci, l’altra al Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, che è anche il commissario della Sanità in Calabria – il Presidente dell’Associazione Don Gnocchi, Cosimo Limardo, ha denunciato la grave situazione che si vive in Calabria allorquando si ha la necessità di una visita specialistica. Le liste d’attesa, una volta che ci si rivolge al cup per la prenotazione, sono improponibili. L’alternativa è rivolgersi al provato e non tutti se lo possono permettere.

Cosimo Limardo, che vive a Calimera, frazione di San Calogero, prende come spunto la più recente esperienza vissuta personalmente, quando, ha avuto la necessità di contattare il cup di Catanzaro per la una prenotazione di una Tac con contrasto alla testa e gli è stato risposto che “sono bloccati i calendari delle prenotazione sia di Vibo Valentia, che di Crotone, Catanzaro, Reggio Calabria”. Il consiglio ricevuto è stato quello di rivolgersi ad una clinica privata convenzionata.

Cosimo Limardo segue il consiglio e scopre che se la visita la si vuole subito, ovvero entro 8 giorni, basta sborsare 120 euro, altrimenti se si vuole seguire il solito percorso ufficiale tramite Asl ci vogliono tra i 4 e gli 8 mesi per essere inseriti in prenotazione dovendo comunque pagare un ticket di 40 euro

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Insomma: siamo alle solite!

In Calabria. ma purtroppo anche in tutta Italia, ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B… ” in base alle conoscenze ed alla possibilità economiche. E questo non è giusto.

Cosimo Limardo, nella sua qualità di Presidente dell’Associazione Don Gnocchi, scrive ” Caro ministro della sanità io chiedo di risolvere questo problema dei calendari bloccati perché tanti italiani non hanno la possibilità di pagare o di andare fuori regione per fare accertamenti… sempre se arrivano vivi!”.

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