In vista della riunione del 6 febbraio, la presa di posizione del sindaco di Vibo Valentia appare drastica e senza alternative
Ha rappresentato un punto di riferimento della crescita culturale del territorio, Un luogo di accoglienza per ricercatori, studiosi, intellettuali, semplici cittadini desiderosi di conoscenza e di lettura. Simbolo di quanti credono che solo attraverso la cultura un territorio può vivere bene e crescere bene. Il Sistema Bibliotecario è stato questo e molto di più, ma un certo modo di gestire l’ente lo ha condotto verso un finale inimmaginabile e drammatico. Economicamente insostenibile, amministrativamente inopportuno. Perché fare cultura è anche disporre di una visione manageriale in grado di far quadrare i conti, presentare bilanci in ordine, perché nessuno è esentato dall’agire secondo le regole stabilite, anche se si opera con un fine nobile; il rispetto delle regole non è derogabile,,, a nessuno, per nessuno!
Nel momento in cui il sindaco di Jonadi Fabio Signoretta ha concluso il suo mandato, il futuro possibile del Sistema Bibliotecario Vibonese passa da queste principi. E lo stesso Signoretta, nel suo bilancio di fine mandato, non nasconde le reali problematiche.
Eppure, Signoretta ha realizzato quanto possibile nel suo ruolo di Presidente: innanzitutto – soprattutto, perché prima non era stato fatto! - gli si deve dare atto di essere riuscito a colmare una lacuna gravissima con l’approvazione dei bilanci consuntivi mancanti: tre annualità 2020, 2021 e 2022, che consentono all’ente di cristallizzare una situazione debitoria ed avere contezza del debito accumulato dalle passate – con tutta evidenza, improvvide – gestioni. Senza trascurare un’altra importante approvazione, quella dei regolamenti interni (eseguendo una procedura ad evidenza pubblica per individuare direttore e revisore dei conti) che ha permesso di restituire le figure tecniche necessarie a lavorare in una situazione di normalità amministrativa, che – evidentemente! . fino a questo momento normale non era.
A questo punto, diventa cruciale, anzi vitale, l’appuntamento del prossimo 6 febbraio, quando è stata convocata l’assemblea per l’elezione del nuovo presidente. Non sarà una riunione semplice, perché, in realtà, la vera discussione sarà piuttosto concentrata sul futuro di un ente, un ente pubblico, che per mandato è chiamato a lavorare sul territorio per la promozione della cultura e della lettura.
In queste condizioni, considerate queste premesse, la domanda è una sola: ha un futuro il Sistema Bibliotecario Vibonese?
Per il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, un futuro è possibile solo a determinate condizioni. E le spiega in maniera chiara e decisa
“La situazione economico-finanziaria del Sistema bibliotecario vibonese – scrive Maria Limardo – impone una presa di coscienza e scelte coraggiose non più procrastinabili, se si tiene al bene dell’istituzione. La condizione pesantemente debitoria, cristallizzata dall’ultimo consuntivo approvato e comunicata dal presidente uscente Fabio Signoretta, certifica nei fatti l’impossibilità, per il Sbv, di poter imboccare una strada di concreto risanamento. Non si può più nascondere la testa sotto la sabbia, ritengo che l’approccio debba essere diverso. Questa delicatissima fase necessita di essere governata per invertire il corso di un pericoloso vortice debitorio che, stando alle prospettive, potrebbe addirittura arrivare al milione di euro, come d’altronde anticipato a suo tempo dal precedente presidente, Corrado L’Andolina che aveva anche denunciato una grave situazione amministrativa e contabile”.
Il sindaco di Vibo Valentia interviene, quindi, pensando: “…di poter parlare a nome di tutti se dico che nessun ente, nella nostra provincia, è in condizione di accollarsi una fetta di quel debito, e così stabilire un nuovo corso finalizzato al rilancio del Sbv”.
“È infatti evidente – aggiunge – l’impossibilità di proseguire nell’attività con una così pesante zavorra debitoria. Questa situazione appena descritta e contenuta nell’ultimo consuntivo, è giunta quindi a conferma di quanto, purtroppo, sapevamo già un anno fa, quando proposi, inascoltata, di costituire un comitato esterno – magari con l’appoggio della Prefettura – capace di tracciare una linea di demarcazione netta, un prima e un dopo, e proporre decisi percorsi solutori. Ora ci ritroviamo esattamente a quel punto, anche se va riconosciuto il lavoro e l’impegno profusi dal presidente Signoretta in quest’anno di attività”.
In vista dell’imminente riunione in programma il 6 febbraio prossimo, quindi, Maria Limardo pone una questione netta: “Per tutte le ragioni che ho appena esposto, considero sbagliato proseguire su questa strada utile solo a prolungare l’agonia, a rinviare un problema col quale, prima o poi, dovremo fare i conti. Dunque, voglio ribadire la mia idea. L’unica via d’uscita da questa situazione di impasse resta di avviare tutte le procedure necessarie per giungere ad una liquidazione dell’ente, a causa dell’impossibilità di ripianare la posizione debitoria”.
Dunque, è giunta la fine di questo meritorio ente di promozione culturale? Una gestione improvvide ne ha causato la fine traumatica?
La risposta che suggerisce il sindaco di Vibo Valentia non è però altrettanto perentoria, sebbene siano state messe in chiaro le drammatiche – mortali! – condizioni in cui versa. Questo perché, spiega ancora Maria Limardo; “Solo una volta chiuso questo capitolo, il Sistema bibliotecario vibonese potrà rinascere: non importa se con un nome nuovo, con un nuovo statuto, sotto altre forme associative”.
“L’interesse principale, il dovere della politica, deve essere quello di consentire ad una istituzione culturale prestigiosa di poter continuare ad operare ed offrire servizi alla cittadinanza prescindendo dalle secche nelle quali è stata cacciata e non riesce ad uscire nonostante l’impegno da ultimo profuso dal presidente Signoretta”.
Non è quindi un chiamarsi fuori. Insomma, Vibo Valentia non intende abdicare al suo ruolo in ambito culturale. Al punto che, se da un lato emette una sentenza drammatica, dall’altro la stessa Maria Limardo rilancia ribadendo, anzi rafforzando, l’idea che Vibo Valentia sia e resterà sempre il punto di riferimento dell’intera provincia: “…per mille ragioni – spiega e nello stesso tempo afferma – perché anche sulla questione della sede, una volta azzerato tutto, si potrà nuovamente trovare la soluzione migliore, perché il Sistema bibliotecario non si deve muovere da Vibo Valentia”.
Aspettando, verrebbe da dire: …lo scopriremo solo vivendo!