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Vibo Valentia, tra necessaria continuità e doverosa inversione di tendenza

municipio vibo

&NewLine;<p><em>Riflessioni a penna libera pensando alle prossime elezioni comunali dell&&num;8217&semi;8 e 9 giugno<&sol;em> <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>di Maurizio Bonanno<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ma davvero&comma; tra i tanti che lo denunciano&comma; si crede che la Vibo Valentia di oggi sia peggiore di quella dello scorso anno e dell’anno precedente&quest;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Davvero&comma; tra i tanti che lo evidenziano&comma; si crede che Vibo Valentia sia l’epicentro di una crisi profonda che le fa perdere il ruolo che ha avuto in passato&comma; per la sua storia e per le sue grandi potenzialità inespresse&quest;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Non c’è dubbio che il quadro che si presenta è preoccupante&colon; peggioramento dei servizi &lpar;ad eccezione della gestione dei rifiuti dove è stato compiuto un lavoro straordinario che sa di miracoloso&rpar;&comma; un ulteriore degrado dei beni comuni &lpar;le poche cose buone sono preda dei vandali&comma; mentre il Parco Archeologico rimane desolatamente chiuso&rpar;&comma; mentre si è in attesa di avere scuole non più  insicure&semi; e poi&comma; una viabilità precaria&comma; una burocrazia incompleta e quindi lenta&comma; una gioventù senza prospettive&comma; attività commerciali incapaci di reagire alla crisi del settore&comma; un rischio sempre incombente di permeabilità alla criminalità che mina la vivibilità&period; <br>Le responsabilità di questo stato di cose derivano principalmente dalla debolezza o dalla poca avvedutezza di tutta la classe dirigente del passato &&num;8211&semi; società&comma; partiti&comma; sindacati e rappresentanze varie &&num;8211&semi; che non ha saputo imporre scelte incisive per lo sviluppo del territorio&comma; mentre quella attuale sembra non preparata alla realtà&period; <br>Ma oggi&comma; mentre ci si appresta ad affrontare una nuova scadenza elettorale&comma; il problema vero riguarda il futuro&colon; c’è da chiedersi se in tutta la società vibonese vi sia ancora un residuo di energie&comma; intelligenze&comma; imprenditorialità&comma; fantasia e capacità in grado di avviare un percorso in controtendenza&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ovviamente non è da questo scritto che ci si può aspettare risposte&comma; ma speranze sì&period;&nbsp&semi;<br>Un terreno da cui ripartire potrebbe essere&comma; visto che siamo in scadenza&comma; la scelta di una rinnovata amministrazione cittadina che&comma; in continuità con quanto di buono e utile è stato finora realizzato &lpar;il salto di qualità della città è evidente ed alcuni risultati sono da annoverare come eventi di portata storica&comma; oltre che dignitosi e degni del buon nome della città&rpar;&comma; si adoperi per un’accelerazione puntando dritto su una programmazione scevra da compromessi e piccolo cabotaggio&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Si potrà fare&quest; Credo di sì&comma; ma a patto di uscire dagli schemi abituali&period; <br>Se&comma; ad  esempio&comma; alle prossime elezioni cittadine si dovesse riproporre la stessa dinamica che prevede una serie di liste riempite di tanti che aspirano a diventare consiglieri per lo stipendiuccio&comma; la partita sarà decisamente persa in partenza&period; Dunque&comma; coraggio e scelte di qualità&comma; privilegiando le competenze&comma;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Una amministrazione così composta&comma; risolverebbe immediatamente la situazione&quest; Certamente no&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Determinati problemi non si risolvono in pochi giorni e nemmeno mesi&comma;&comma;&comma; e nessuno ha la bacchetta magica&colon; ma si potrebbe invertire la tendenza&comma; stare più vicini ai cittadini&comma; discutere democraticamente&comma; partire dai piccoli problemi e programmare secondo un disegno chiaro e già illustrato ai cittadini&semi; e&comma; quindi&comma; condiviso&period; Pensando al centro come alle periferie&comma; alle frazioni cui dare un’idea per esistere… e resistere&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Qualunquistiche denunce da leoni da tastiera&comma; lamentazioni populiste prive di finalità costruttive&comma; polemiche strumentali e senza costrutto soddisfano l’egocentrismo social&comma; ma&comma; se non si è pronti a un impegno concreto&comma; non serviranno a niente e anzi rischiano alla lunga di essere anche pericolosi&colon; perché senza un progetto e senza la voglia di sporcarsi le mani con la realtà si contribuisce all&&num;8217&semi;abitudine di considerare l’orizzonte visibile come l’unico possibile&period;<br>E questa è l’anticamera della rassegnazione che tra tutti è il veleno più subdolo perché frena ogni idea di cambiamento e rende meno amaro e perciò più pericoloso ciò che ci intossica quotidianamente&period;<&sol;p>&NewLine;

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