Alla liberazione dell’Italia dalla dittatura, si poté arrivare grazie al sacrificio di uomini e donne di diversi schieramenti e convinzioni
di Alberto Capria
Dichiarato festa nazionale dal primo governo De Gasperi (1946), il 25 aprile fu addirittura preferito alla data della resa incondizionata della Germania (8 maggio).
“…la celebrazione della Resistenza è un esame di coscienza laico sul presente e, nello stesso tempo, un momento di consapevolezza della grande distanza tra gli ideali partigiani e l’Italia contemporanea”.
L’affermazione di Norberto Bobbio, sollecita una riflessione sulla guerra – persa – che il popolo italiano è stato costretto a vivere a metà del secolo scorso, ed un’altra sulla necessità di vigile memoria per opporsi con forza a tentativi di oblìo forzato, affiancati da acefalo “fideismo”.
Ribadire oggi e sempre che il 25 Aprile è il giorno più importante della storia repubblicana, significa adempiere ad un dovere civico e morale; significa stare dalla parte di chi considera la storia patrimonio insuperabile delle radici di un popolo.
Significa opporsi con forza al maldestro tentativo di mettere sullo stesso piano chi ha combattuto per la libertà e l’indipendenza nazionale e chi aderì alla Repubblica Sociale Italiana: la ragione era dalla parte dei primi, il torto appartiene ai secondi; ed è per questo che la Storia li ha inesorabilmente condannati!
Alla liberazione dell’Italia dalla dittatura, si poté arrivare grazie al sacrificio di uomini e donne di diversi schieramenti e convinzioni (cattolici, socialisti, azionisti, comunisti, militari, monarchici).
Nel ricordare e festeggiare il 25 aprile, non c’è nessun adempimento di uno stanco cerimoniale; la ritualità non gli appartiene. Quelle donne e quegli uomini non solo sconfissero il nazifascismo, ma gettarono le basi per la Costituzione Repubblicana, nella quale scorre antifascismo in ogni parola, in ogni segno di interpunzione.
L’antifascismo è fondamento storico, culturale, etico, politico dell’Italia Repubblicana, ritrovata e riunificata attorno ai sacri valori di libertà e democrazia.
“Tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra”, finalmente si riconoscano senza divisione alcuna.
Buon 25 aprile!