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Una ‘comunità verticale’: il progetto della Cité Radieuse di Le Corbusier a Marsiglia

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di Liliana Carla Bettini

Classificata monumento storico, la Cité Radieuse, progettata e costruita da Le Corbusier, costituisce una visione d’avanguardia dell’architettura del suo tempo.

Situata in boulevard Michelet a le Prado, è uno dei bellissimi punti panoramici su Marsiglia.

Questo tipo di edifici divenne addirittura una scuola, poiché Le Corbusier costruì negli anni Cinquanta altre città radiose sul modello di Marsiglia, a Rezé-Nantes, Firminy, Briey e Berlino.

Le sue teorie architettoniche avanzate non sono mai state accettate immediatamente o senza riserve.

In tutto il mondo ha dovuto difendere la sua reputazione di uno dei leader riconosciuti dell’architettura moderna in aspre polemiche pubbliche con i suoi datori di lavoro.

A Mosca, New York e Rio de Janeiro il suo lavoro è stato criticato con altrettanto fervore quanto elogiato.

La Cité Radieuse fu costruita tra il 1947 e il 1952 e rappresenta il culmine delle ricerche condotte da Le Corbusier sull’edilizia e l’urbanistica moderne.

Fu commissionata dallo Stato perché, a quei tempi, Marsiglia era priva di alloggi in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

La Cité Radieuse era inizialmente destinata ai dipendenti pubblici e alle vittime del dopoguerra.

Le Corbusier realizzò poi questa unità abitativa dotata di 337 appartamenti e alta ben 56 metri.

Il “blocco di cemento” si apre in modo gentile e magistrale.

Le sue dimensioni immense diventano evidenti solo quando vedi davanti a te l’intero edificio di Le Corbusier.

Gli alberi sono posizionati in modo tale che non sia possibile sentirsi “sopraffatti” e i colori sui balconi allentano l’edificio in cemento.

L’architettura del dopoguerra di Le Corbusier è caratterizzata da una combinazione di colori vivaci, che spesso assume la forma di accenti cromatici.

Il “Béton Brut”, il cemento grezzo, gioca un ruolo importante anche nella combinazione con il colore.

Superando il portiere e con l’ascensore si raggiungono le “strade” accessibili al pubblico ai piani 3 e 4. Al terzo piano si trova la “via dello shopping”. 

La Cité Radieuse di Corbusier possiede, infatti, strade interne con negozi, un hotel, un negozio di alimentari, un asilo nido e anche una palestra trasformata dal 2013 in una galleria espositiva.

La visione di Le Corbusier era quella di permettere ai suoi abitanti di beneficiare di tutto ciò che era a portata di mano.

L’edificio era, all’epoca, circondato da fabbriche, campi e ville e non aveva negozi nelle vicinanze.

Due volte al giorno, l’Ufficio del Turismo di Marsiglia organizza delle visite nel cuore dell’edificio, con la scoperta di un appartamento classificato sulla via dei negozi e una sosta sulla terrazza sul tetto. 

Ed è quello che più colpisce, la meravigliosa ed emozionante terrazza sul tetto dell’Unité d’habitation di Marsiglia.

Si arriva in cima con il vecchio ascensore e qui apre un panorama incredibile verso il mare.

Sul tetto, oltre alla terrazza, sono state previste una palestra, uno spazio all’aperto per la ginnastica, una pista sprint lunga 300 metri e un solarium con snack bar.

In questa comunità verticale Le Corbusier non ha cercato semplicemente di fornire il massimo del comfort materiale.

Infatti l’intero progetto incarna ed esemplifica in forma concreta i risultati di tutta la sua esperienza e teoria architettonica.

Per lui il suo valore risiede nel contributo alla realizzazione della propria filosofia di vita e di felicità.

Era ferma convinzione di Le Corbusier che una casa non doveva essere solo un luogo dove un uomo può mangiare e dormire.

Un uomo ha bisogno di una vera casa, un luogo dove rilassarsi e coltivare il proprio corpo e la propria mente senza perdere il contatto con la natura.

L’abitazione deve essere una “macchina vivente”, progettata secondo la natura dell’uomo, sintetizzabile in quattro “funzioni” : abitare, rilassarsi, spostarsi e lavorare . 

Questa macchina doveva avere dimensioni proporzionate al Modulor, un sistema di misurazione progettato secondo l’ideale di un uomo di 1 metro e 83 e il cui braccio alzato raggiunge i 2 metri e 26.

La sua città verticale quindi non si adatta solo all’“Uomo”,  è una proposta per cambiare la società attraverso la città .

La Città Radiante vuole essere un liner, cioè una società autosufficiente, autonoma, che concentra in un piccolo spazio quasi tutte le funzioni della città.

I suoi appartamenti sono cabine che, a differenza di quelle di una nave, offrono due viste. La terrazza panoramica, da cui si può ammirare il panorama, e il verde costituiscono il ponte.

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