Importante e politicamente significativo il fatto che i parlamentari calabresi di Forza Italia non hanno votato il ddl Calderoli

di Maurizio Bonanno

Devo fare una confessione pubblica, un atto di autodenuncia.

Per me la “differenziata” è sempre stato un problema. Difficile da recepire nella fase calda deli anni passati in cui si denunciava una raccolta dei rifiuti complicata- ed ancora oggi, ricevo periodici rimbrotti da moglie e figli perché sbaglio nel distinguere alcuni prodotti da sistemare nel bidone giusto.

Insomma, tra me e la “differenziata” non c’è accordo, armonia, condivisione.

Ancor di più non c’è sintonia se la “differenziata” viene applicata in politica, in un decreto legge a firma del leghista Calderoli (proprio quello del “porcellum”!).  Una legge che nasce nell’oscurità di un voto notturno, perché forzato in un’accelerazione sbagliata, che inevitabilmente sortisce errori.

Nasce male, a tappe forzate, in pericolosa accelerazione. E nasce provocando differenze. Un voto anch’esso “differenziato” all’interno della coalizione di centrodestra che ha avallato l’operazione del ministro già a suo tempo autore del ben noto “porcellum” elettorale.

Un voto “differenziato” che non può non avere valore politico. È un messaggio politico. E fa onore a quei calabresi che con orgoglio hanno ricordato al Parlamento, alla loro coalizione ed al loro partito che sono anzitutto Calabresi, eletti da calabresi e rappresentanti dei calabresi.

Eppure, non tutto è così orgogliosamente ovvio.

Fa specie la foto che ritrae la parlamentare calabrese Loizzo, eletta tra le fila della Lega, che inneggia alla approvata legge sventolando la bandiera della nostra amata regione.

La evidenzia bene l’Huffington Post che la utilizza per l’articolo dall’emblematico titolo “Calabresi contro” evidenziando come. L’Autonomia Differenziata in Calabria differenzi anche la maggioranza di centrodestra: “Ma una bandiera calabrese era comunque presente tra quelle che hanno festeggiato il via libera definitivo di Montecitorio – si legge nel citato articolo – Accanto al vessillo della Lega Nord, a quello del Leone di San Marco, alla bandiera verde della Padania e a quella giallorossa della Romagna c’era anche un drappo giallo e bianco con la scritta Calabria. La reggeva Simona Loizzo, deputata cosentina del partito di Salvini”.

Da brividi!

La sensazione più immediata la interpreta bene il deputato forzista Francesco Cannizzaro quando afferma: “mi indigna (non poco) vedere la bandiera della Calabria sventolata da rappresentanti della Lega (la deputata Simona Loizzo, appunto, ndr) in un clima così discusso e discutibile. Noi, calabresi, meridionali, ancor prima che membri di un partito e del Governo, siamo stati coerenti, non abbiamo votato la legge per decisione personale, esercitando la libertà di coscienza che c’è sempre stata in Forza Italia e per la quale ringrazio il segretario nazionale Antonio Tajani. Altri non lo hanno “potuto” fare” .

Proviamo, allora, a fare chiarezza.

Come hanno votato i rappresentanti del popolo calabrese a Montecitorio?

Secondo gli atti della Camera, due soli deputati hanno sostenuto la legge sull’Autonomia differenziata. Si tratta di Simona Loizzo, appunto (Lega) e di Alfredo Antoniozzi (FdI). Non hanno partecipato alla votazione: i forzisti Francesco Cannizzaro, Giovanni Arruzzolo e Giuseppe Vincenzo Mangialavori (quest’ultimo ufficialmente in missione, ma comunque allineato agli altri colleghi calabresi di Forza Italia); il leghista Domenico Furgiuele (era stato sospeso dopo la rissa in aula e, comunque, si è detto «felice di vedere la bandiera della Calabria sventolare in Aula»); le meloniane Wanda Ferro e Eugenia Roccella (entrambe in missione); i grillini Federico Cafiero de Raho, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci; e il dem Nico Stumpo (anche lui fermato per motivi disciplinari); hanno votato contro le grilline Anna Laura Orrico e Vittoria Baldino.

È sconfortante che tra quelli che hanno votato a favore del ddl Calderoli vi sia pure un esponente del partito della Meloni come Alfredo Antoniozzi, parlamentare che porta su di sé un nome importante e dalla lunga ed apprezzata tradizione democratica, lui che è figlio dell’ex ministro a parlamentare Dario, nobiluomo d’altri tempi che ho avuto l’onore di conoscere personalmente e confrontarmi, nella mia veste di giornalista, più volte sui grandi temi, sempre attento alla terra delle sue origini.

È apprezzabile, da evidenziare e sottolineare con favore la decisione dei tre parlamentari calabresi di Forza Italia, che, infatti, hanno ricevuto il plauso del Governatore Occhiuto: “È stata una loro scelta, che ho condiviso”, ha detto. Anche perché i tre hanno tenuto a far sapere che la loro è stata una decisione precisa. Lo chiarisce bene proprio Cannizzaro, che è pure il coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria: “Non mi è venuta una febbre improvvisa, non mi è arrivata una telefonata urgente da casa. Ho deciso di non essere presente. L’ho fatto insieme agli altri deputati calabresi di Forza Italia, disertando l’Aula, mentre altri colleghi, calabresi, di altri partiti, hanno deciso di votare a favore”.

Occhiuto aveva chiesto di non accelerare di prendersi il tempo di un supplemento di riflessione perché ormai il tema era diventato più ideologico che sostanziale: “E invece si è votato a tappe forzate, rifiutando possibili ulteriori migliorie. Così facendo il ddl è sembrato una bandierina di una singola forza politica, in un clima che ha rappresentato questa norma come divisiva in Parlamento e nel Paese”.

Quali le conseguenze?

La nostra opinione, anzi la nostra idea da rilanciare per attuare una organica costruzione politica, la abbiamo espressa pochi giorni fa in un precedente articolo https://vivipress.com/2024/06/17/autonomia-differenziata-con-occhiuto-nasce-lala-meridionalista-del-centrodestra-per-un-si-ragionato/

È arrivato il momento di pensare ad una “Ala Meridionalista” di ispirazione liberale capace – per cultura politica, posizione ideologica, background esperienziale – di porsi in maniera concreta e propositiva all’interno della coalizione di centrodestra. Forse è arrivato il momento di proporre una nuova “questione meridionale” non più imbevuta e influenzata da una visione ideologicamente socialista e riformista postcomunista, ma rinnovata in chiave liberale, moderna, senza più complessi di inferiorità ma capace di confrontarsi con la realtà globalizzata del momento.

Una “Ala Meridionalista” di impostazione liberale e liberista che, con il permesso del mio segretario nazionale Stefano Maria Cuomo, come “Liberali Moderati”, sentiamo di poter proporre sensatamente ad una precisa area politica, ai quei moderati e conservatori che proprio il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, oggi individua quale gruppo da coinvolgere in chiave di alleanze in UE.

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