Non si può non salutare con interesse la novità scaturita dalla sortita del Governatore della Calabria
di Maurizio Bonanno
Sostenere l’iniziativa del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che, nella sua veste di vice presidente nazionale di Forza Italia invita alla riflessione sul ddl Calderoli, non significa aprire un fronte divisivo nel centrodestra, piuttosto significa dare voce all’ala meridionalista che ha in Occhiuto un riferimento dentro il partito potendo incidere nel dibattitto all’interno della coalizione. Tutto ciò anche grazie, anzi soprattutto ai nuovi equilibri scaturiti dal risultato elettorale alle Europee, che colloca Forza Italia davanti alla Lega e pone il partito in Calabria in una posizione di rinnovato vigore con l’elezione – che non era scontata, tutt’altro… – di Giusi Princi a Strasburgo.
D’altronde le dichiarazioni di Occhiuto invitano ad un’ulteriore riflessione e parlano di “un buon testo che deve essere migliorato”. E, a proposito dei livelli essenziali delle prestazioni, la sua idea non è diversa dai pensieri di Antonio Tajani, che richiama tutti ad un principio sacrosanto: «È fondamentale anche che la legge sostenga le regioni del Sud».
Ed è intorno ai Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che si gioca la partita più delicata, perché, per quanto il testo dica che per le materie dove sono previsti i Lep, prima di fare un’intesa, è necessario definirli e finanziarli, i soldi ancora non ci sono. Ma, in realtà, non è solo questo che richiama la necessità di una ulteriore e serena riflessione. Infatti, rimane da chiarire la questione che riguarda le materie dove non sono previsti i Lep: è un aspetto che in Calabria, in consiglio Regionale, è stato sollevato da tutti, anche dalla Lega.
La brusca accelerazione che si è voluto dare alla legge, dunque, non aiuta; anzi, viene vissuta come divisiva ed il richiamo del vice presidente di Forza Italia è un invito a non distruggere, per la smania di fare subito ed in fretta, qualcosa che comunque è necessario fare, perché – è bene ricordarlo- si sta cercando di attuare quella riforma della Costituzione che è stata imposta nel 2001 dal centrosinistra. Ed allora, per dirla, anche in questo caso, con Roberto Occhiuto: “L’autonomia a cui penso io è una legge che dà la possibilità alle regioni di fare di più senza che questo leda i diritti dei cittadini di altre regioni”.
A questo punto non si può non salutare con interesse la novità scaturita dalla sortita del Governatore della Calabria, ovvero aver dato voce ad un’ala meridionalista all’interno del centrodestra, attraverso una visione costruttiva in chiave liberale che faccia da stimolo e da controllo vigilando affinché l’Autonomia sia una riforma che favorisce tutta l’Italia, da Bolzano a Pantelleria passando positivamente per la Calabria. E non possa apparire – non sia – una riforma a vantaggio dell’uno e a danno dell’altro.
Nessuna forzatura, né attraverso gli ultimatum di stampo leghista, né attraverso frenate traumatiche, ma a questo punto si è posta all’attenzione anche una visione meridionalista della “questione autonomia differenziata” della quale si ha il dovere di tenerne conto, coscienti che si tratta di un processo serio di responsabilità e di modernità per l’Italia”.
Intanto, tace Fratelli d’Italia. E anche questo può essere considerato un segnale.