Chi avrà il coraggio di assumersi le responsabilità della disfatta e trarre le conseguenze lasciando a mani più esperte la guida della squadra?
di Maurizio Bonanno
Spetterà ai politologi locali, agli esperti di questioni politiche – ma anche, in tempi di social, agli esperti da tastiera (leoni o conigli fa lo stesso). Di certo il risultato del ballottaggio a Vibo Valentia non può passare con una scrollata di spalle, con i complimenti – doverosi e giusti – al vincitore. Non si può derubricare alla semplice regola dell’alternanza in democrazia, la spiegazione di quanto accaduto. Perché sovvertire il dato del primo turno, mandare a casa il centrodestra dopo quasi quindici anni di ininterrotto dominio, vale molto di più. Implica altro.
Spetterà agli esperti ed agli analisti di alto lignaggio analizzare. Soprattutto – c’è da augurarselo per il bene della democrazia – spetterà ai partiti ed ai loro leader di centrodestra riflettere, assumersi le doverose responsabilità ed agli attivisti ed iscritti ai relativi partiti chiedere conto e ragione.
Ma anche noi, umili osservatori di periferia, possiamo permetterci qualche riflessione, qualche considerazione.
Innanzitutto, come definire questa disfatta del centrodestra vibonese?
Viene in mente un paragone. Dunque, potremmo parlare del “Mineirazo” del centrodestra vibonese.
Il paragone sembra calzante. Tra il serio ed il faceto, direi che ci sta!
Il termine portoghese Mineirazo indica l’incontro calcistico tra le nazionali maschili di Brasile e Germania disputato a Belo Horizonte martedì 8 luglio 2014, valido per le semifinali del ventesimo campionato mondiale e vinto dai tedeschi con il punteggio di 7-1.
Per quanto riguarda l’aspetto statistico, la partita può essere considerata storica: in precedenza, il Brasile aveva perso una sola volta con un simile scarto di gol (nel 1920 contro l’Uruguay per 6-0) e non aveva mai subìto 7 reti in una partita valida per i campionati mondiali.
Ecco, facendo le giuste proporzioni, si potrebbe immaginare il centrodestra nelle vesti del Brasile e la Germania in quelle del centrosinistra.
La cronaca ricorda: Lo stadio di Belo Horizonte è tutto esaurito per l’incontro. I sudamericani scendono in campo con la loro classica divisa verdeoro, mentre la Germania opta per la sua seconda casacca, quella rossa e nera. Il pronostico prende in considerazione che il Brasile gioca all’interno dei propri confini nazionali, dove non perde in tornei ufficiali da più di quarant’anni, e gode di un enorme supporto popolare, però è privo di alcuni uomini di peso, mentre i teutonici dispongono di tutti i giocatori e sin dall’inizio del torneo si sono imposti come una delle forze di punta della manifestazione.
La metafora sembra calzante. Troppo sicuri di essere i più forti. Troppo sicuri di vincere. Certo bisogna ridurre i quasi quarant’anni di vittorie in quasi quindici anni, ma Belo Horizonte e Vibo Valentia sembrano somigliarsi.
Ancora la cronaca di quell’incontro: I primi minuti di gioco mostrano una Seleção aggressiva, apparentemente in grado di mettere in difficoltà i tedeschi, che però trovano il vantaggio all’11’ con Müller, alla quinta realizzazione nel torneo. I padroni di casa cercano di recuperare, ma l’inatteso svantaggio li innervosisce e fa loro esprimere un gioco disordinato. La nazionale teutonica ne approfitta e, a partire dal 23′, sigla altre quattro reti in soli sei minuti (per la cronaca: con Klose, Kroos (doppietta) e Khedira), finendo il primo tempo con un sorprendente 5-0.
A questo punto, è una drammatica discesa negli inferi: La Mannschaft – racconta ancora la cronaca di quella partita – domina agevolmente la gara e ne approfitta per aumentare ulteriormente lo scarto con Schürrle, appena entrato, che realizza una doppietta; allo scadere del tempo, il gol della bandiera di Oscar fissa il risultato sul 7-1 per la Germania. Il pubblico sugli spalti schernisce i brasiliani in campo, arrivando ad accompagnare i passaggi di palla tra i calciatori tedeschi, caratterizzati da grande precisione, urlando beffardamente “olé”. L’undici di casa esce dal terreno di gioco tra i fischi umilianti dei suoi sostenitori.
Non c’è niente da salvare per il Brasile, con Scolari (il CT della nazionale verdeoro) che si prende tutta la responsabilità della disfatta, mentre il Brasile insorge, tra Belo Horizonte e San Paolo, tra arresti e feriti. Tutti i media finiscono per esaltare non tanto la vittoria della Germania quanto la disfatta del Brasile, definendola la notte più nera della storia del calcio brasiliano, la più umiliante sconfitta di una nazionale padrona di casa finita in una confusione definitiva.
Al triplice fischio, il tecnico brasiliano Luiz Felipe Scolari si assume tutte le responsabilità della disfatta. E anche se non basta a calmare gli animi a ridurre l’umiliazione, è già qualcosa.
Vibo Valentia come Belo Horizonte, ma… c’è a Vibo Valentia uno Scolari?
Avranno il coraggio di assumersi le responsabilità della disfatta e trarre le conseguenze lasciando a mani più esperte la guida della squadra? L’Oscar di turno (leggasi Cosentino) ha salvato l’onore segnando il gol della bandiera ed è poi tornato a giocare nel suo Club (cosa che anche Cosentino ha già dichiarato che farà tornando nei suoi uffici in Regione). Ma la nazionale dovrà presto scendere in campo per altri campionati ed è una squadra da rifare, con nuovi tecnici che sappiano di calcio e nuovi giocatori adatti al campionato.
Vibo Valentia come Belo Horizonte: estate 2014 – estate 2024