Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 11 agosto
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i ,
19ª domenica del Tempo Ordinario. Oggi con la lettura di questa pagina di Giovanni continuiamo, in queste calde domeniche d’agosto, a leggere il 6º capitolo del suo Vangelo, capitolo spartiacque tra il prima e il dopo nella missione pastorale di Cristo. Seguiamo il testo:
“Gesù disse loro: non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo resusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da Lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò e la mia carne per la vita del mondo”.(Giovanni 6,41-51).
Siamo nella Sinagoga di Cafarnao e Gesù, nel suo discorso, svela il significato del “segno” del pane che, il giorno prima, ha dato in abbondanza alla folla affamata. Non è un pane materiale, ma un pane che viene da Dio, un pane che sfama per sempre l’uomo, mantenendolo in vita per l’eternità. Questo pane è una persona, è la persona stessa del Figlio di Dio: “Io sono il pane disceso del cielo”.
Questo discorso scontenta tutti. Scontenta la folla che, dopo la moltiplicazione e distribuzione dei cinque pani e due pesciolini, vuole proclamarlo re… ma lui fugge sui monti; scontenta gli Ebrei (scribi,
farisei, sadducei) che vogliono un dio lontano, onnipotente, distaccato dall’umanità, mentre Lui proclama un Dio vicino, un Dio Abba’ (papà); scontenta i suoi discepoli che, ad uno ad uno, se ne vanno tutti; restano, a testa bassa, solo i Dodici e, rivolgendosi a loro, Gesù dice:” Ve ne volete andare anche voi?”…ma loro restano.
Gesù non cerca il consenso, ma la verità. Tutti noi, invece, cerchiamo, ad ogni costo, il consenso, relegando spesso in cantina verità e giustizia. Cercano il consenso i politici, sacrificando spesso il bene comune a favore del bene particolare; lo cercano i sindacalisti, gli insegnanti, i sacerdoti, i giovani, i persuasori occulti… tutti impegnati a costruirsi un piedistallo sul quale salire per celebrare la propria gloria.
Ma non cosi Gesù, il quale, dinnanzi allo spettro dell’abbandono totale, non si tira indietro, ma resta fedele alla promessa: “Io sono il pane disceso del cielo, chi mangia di questo pane vive in eterno”.
Non così per noi, se nel condividere il pane, restiamo buoni samaritani che si chinano su ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versano sulle ferite l’olio della consolazione e il vino della gioia.
Buona domenica con l’augurio che, accogliendo il pane disceso dal cielo, possiamo nutrire anima e pensieri di generosità, di bellezza, di profondità, tenendo lontano da noi egoismi, razzismi, miopie, paure ed ogni sorta di male.
don Giuseppe Fiorillo