La chiesa, costruita per il paese nuovo dopo la drammatica alluvione del 1951, è custode delle decorazioni realizzata dal grande artista abruzzese
C’è una Calabria nascosta, sconosciuta finanche ai calabresi. C’è una Calabria da scoprire perché è soprattutto nella sua bellezza che si realizza e non su quella cronaca che, seppur incombe maledettamente, sembra essere l’unico modo di veicolare questa regione.
Nardodipace, in Italia è conosciuta quasi esclusivamente per essere stata a suo tempo individuata come il paese più povero d’Italia. Lo sarà ancora, forse, da un punto di vista economico; non lo è certamente – e mai lo è stata – per la natura generosa e affascinante, maestosa e incantevole, coinvolgente e solenne nel lussureggiare della sua vegetazione. Ma è di più. È oltre, anche se già solo questo potrebbe bastare.
Nardodipace custodisce una realtà artistica di assoluto valore: per la bellezza delle opere e per l’alto livello dell’artista che le ha realizzate, proprio qui, sul posto
Basta andare a visitare la chiesa, di fattura moderna, dedicata alla Madonna della Natività, all’interno della quale si possono ammirare i decori liturgici di notevole pregio artistico realizzati dal famoso artista Pietro Cascella, autentici tesori d’arte che vale la pena andare ad ammirare.
Particolare è la storia che porta l’artista abruzzese in questi luoghi sperduti della Calabria.
All’origine, c’è un evento tragico: la terribile alluvione che nell’ottobre del 1951 si abbatté sulla Calabria con frane e inondazioni senza precedenti ed un bilancio drammatico: 70 vittime, 4. 500 senzatetto, incalcolabili danni per l’economia agricola. Un dramma che portò sui luoghi del disastro l’allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, e qualche mese dopo il capo del Governo, Alcide De Gasperi, che visitò quei paesi della Calabria colpiti dalla catastrofe naturale, tra cui Nardodipace, nelle Serre vibonesi, che era stato devastato da una frana di enormi proporzioni. Gli abitanti scampati alla furia della natura espressero il desiderio che il paese venisse ricostruito e De Gasperi mantenne la promessa e il nuovo abitato venne costruito in soli tre anni compresa una moderna chiesa, intitolata alla Madonna della Natività, per i cui decori fu chiamato un giovane artista abruzzese.
La Chiesa si trova in località “Ciano”. La prima pietra fu benedetta il 18 Aprile 1952 da Mons. Armando Fares, e consegnata il 12 maggio 1956. Il progetto è opera dell’architetto Saul Greco, composta da una sola navata, un portico e un campanile. Si presenta con un’architettura semplice e funzionale, priva di ornamenti come era tipico dell’architettura di quel periodo. La chiesa è a pianta esagonale a navata unica. Dalla navata si accede tramite una porta alla sacrestia di forma esagonale anch’essa. Mentre altre due porte poste vicino l’ingresso sui i due lati, portano all’esterno. La chiesa presenta anche un portico d’ingresso e il campanile il cui accesso è esterno alla chiesa. L’interno è scandito dalla struttura della chiesa. Infatti la struttura portante in travi e pilastri emerge nella composizione architettonica, sia per volume sia per il colore grigio rispetto il bianco delle pareti. Il campanile è posto nell’area del sagrato della chiesa e si accede tramite una porta con una scala a chiocciola in ferro. Ha una architettura semplice e minimalista, con un’unica apertura in alto per la campana. Le opere in ceramica colorata dell’artista Cascella sono decorazioni policrome dei pannelli dell’altare, la fonte battesimale, i lampadari e diverse decorazioni sugli altari laterali e sul tabernacolo.
Scultore, pittore, ceramista, Pietro Cascella fu uno dei più importanti e poliedrici artisti del Novecento, autore di opere famose in tutto il mondo e che esprimono una notevole tensione civile. Fra i suoi capolavori basta ricordare il “Monumento ai martiri di Auschwitz”, posto all’interno del tristemente noto campo di concentramento, l’“Arco della pace” a Tel Aviv e l’“Omaggio all’Europa” a Strasburgo.
Ancora oggi si può ammirare quanto l’artista ha lasciato tra pregevoli decori e ceramiche (come la fonte battesimale, i decori sovrastanti l’altare maggiore, la via crucis), opere di straordinaria bellezza, oltre che di grande valore artistico, che meritano di essere visitate, ammirate, valorizzate.
Nardodipace, una meta per un giorno di turismo bello, alternativo e culturalmente appagante in questo lembo di Calabria.