Insomma, è stato alzato un polverone, ma in realtà si tratta solo di una semplice ronda
Dopo che è stata lanciata la notizia che al termine dell’ultima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto di Vibo Valentia Grieco aveva disposto un servizio di militari dell’esercito intorno all’ospedale Jazzolino, è scattato un pandemonio.
In tutta Italia non si è parlato d’altro. Le principali testate giornalistiche hanno riportato la notizia e realizzato servizi ad hoc. E – ovviamente e purtroppo – Vibo Valentia è tornata al centro dell’attenzione mediatica nazionale nel peggiore dei modi: l’ospedale di Vibo Valentia ridotto alle stesse condizioni di un ospedale militarizzato in zona di guerra, con l’esercito a presidiare.
Tra sconcerto e curiosità, sono iniziati i “tour” di osservatori e spettegolatori per constatare di persona questa militarizzazione: niente!
Di militari davanti all’ingresso dell’ospedale Jazzolino nemmeno l’ombra…
Ma come? Il presidio? Le foto con i militari in assetto davanti all’ingresso?
Vederli e fotografarli, in realtà, lo si può fare solo se si è fortunati e si passa al momento giusto, altrimenti niente: non se ne vedono!
Ma come? Che vuol dire? E tutto quel casino mediatico, perché?
Perché la verità è che non c’è un presidio militare, non c’è una militarizzazione dell’ospedale… e tantomeno si vedrà mai, almeno per il momento, un militare tra le corsie del già malandato Jazzolino.
Quello che è stato deciso, è ciò che tecnicamente viene definito un “presidio dinamico”, vale a dire una semplice, banale “ronda”, come noi semplici diremmo.
La delusione è forte per chi stava pompando una notizia che in realtà non c’è: la notizia che criminalità e delinquenza la fanno da padroni in terra di Calabria con particolare riferimento a Vibo Valentia, al punto che c’è bisogno dell’esercito.
Prova a ribadirlo, a chiarirlo ancora una volta il Sindaco Enzo Romeo, che ai nostri microfoni racconta e spiega la verità