Intervento dell’architetto Domenico Santoro, tra l’altro ex consigliere comunale per il Movimento 5 Stelle
Sono passati solo 16 mesi dall’ultima tremenda alluvione che ha messo in ginocchio le Marche e l’Emilia Romagna, ma in questi giorni, di nuovo la pioggia ha superato i 350 millimetri, con picchi massimi, in Emilia-Romagna, nella zona tra Ravenna e Brisighella. Quattro i bacini interessati, nei territori tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, con tracimazioni. Oltre un migliaio le persone evacuate, cui 800 solo nel ravennate. Per quanto l’allerta rossa in Romagna e nel Bolognese sia cessata, la situazione rimane difficile e le preoccupazioni si sviluppano anche in territori diversi paventandosi rischi rispetto alla violenza del maltempo che colpisce inesorabilmente la penisola.
Nel dibattito si inserisce a Vibo Valentia l’architetto Domenico Santoro, ex consigliere comunale eletto a suo tempo nel Movimento 5 Stelle, che, sebbene oggi non sia coinvolto nell’attività amministrativa non essendo stato confermato a Palazzo Luigi Razza, alimenta la discussione a proposito della situazione che da tempo memorabile insiste sul quartiere marinaro del Pannello a Vibo Marina.
A giudizio di Santoro, “Il quartiere Pennello, di Vibo Marina, è ancora a rischio alluvione e quindi occorrerebbe fare i bacini di laminazione delle acque alluvionali, anzi dovevano già essere stati previsti e progettati con gli 11 milioni che la Regione Calabria ha stornato ad altre spese”.
“Spiace fare il “cassandra” di turno – scrive Santoro – ma la situazione è grave, poiché non sono stati realizzati i sottopassi allargati della ferrovia, vi sono sacche di degrado e inquinamento dappertutto, e non c’è mai stato un vero piano contro quella devastante alluvione del 2006”.
“Come abbiamo visto – è il ragionamento dell’ex consigliere comunale grillino – in questi giorni, in Emilia Romagna i tempi di ritorno delle possibili alluvioni annullano ogni previsione dei tecnici. In Emilia avevano preventivato 200 anni, mentre, per il nuovo allagamento sono bastati appena 18 mesi. Cosa aspettiamo noi a dare l’esempio?”.
Postasi la domanda, Santoro suggerisce la risposta: “Occorre solo una forte volontà politica bipartisan, poiché il quartiere Pennello è sì un luogo di degrado, dovuto soprattutto all’abusivismo, ma si tratta dell’area deindustrializzata più interessante della Calabria, essendo 40 ettari vicino ad un porto importante, limitrofo al mare con un waterfront eccezionale e attraversato pure dalla ferrovia. Nessun’altra città calabrese ha la possibilità di trasformare un degrado in una potenzialità economica enorme magari con l’idea di un catalizzatore internazionale, turistico o tecnologico.
Da qui, l’invito: “Questa scelta deve essere sostenuta dalla politica, cercando di affrettare i tempi, oppure il quartiere patirà ancora”.