L’episodio la scorsa notte a Reggio Calabria, in una zona centrale fornita di videosorveglianza
Ennesimo incendio avvenuto in piena notte, dopo i due incendi al Parco Ecolandia, il pulmino di Borgo Croce e lo scuolabus di San Roberto, adesso ha colpito l’auto del Sindaco Malara. Un atto intimidatorio che ha scosso la comunità di Santo Stefano in Aspromonte.
L’auto del Sindaco Francesco Malara è stata incendiata in una zona centrale di Reggio Calabria, nota per essere videosorvegliata. Il rogo è divampato tra le undici e mezza e la mezzanotte, distruggendo il veicolo. Oltre i Vigili del Fuoco sono intervenuti tempestivamente anche le forze di polizia per eseguire i rilievi per l’analisi del caso. Stando alle prime indiscrezioni l’incendio dovrebbe essere doloso. Sarà, in ogni caso, l’indagine a confermare i sospetti emersi nei primi accertamenti. Gli inquirenti hanno già acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza e sono al lavoro per individuare i responsabili.
«Non mi fermo per nulla – è la reazione a caldo del sindaco Malara – Non cambierò il mio agire, il mio modo di essere. Questi atti vergognosi non troveranno destinatario, sicuramente. La voglia di cambiare il mio paese, di trasformarlo, di emanciparlo, di evolverlo, resta intatta. Non mi fermo per nulla».
È scosso ma determinato Francesco Malara, sottolineando la sua volontà di non farsi intimidire da questo attacco: «Quando tu provi a indicare una strada che è una strada di correttezza, di uniformità, di trasparenza, magari qualcuno non ritiene che sia nell’interesse pubblico. Però non è un problema. La cosa importante è ritrovare la serenità familiare in tranquillità».
Nonostante il grave episodio, Malara ha escluso di aver ricevuto minacce o avvertimenti nei giorni precedenti: «Non ho nessun sospetto. Non ho ricevuto nessuna minaccia, nessun avviso, nessuna lite, nulla».
Ha poi proseguito spiegando le difficoltà che chi amministra con rigore e trasparenza può incontrare: «Nella pubblica amministrazione, se tu provi a fare le cose per bene, non tutti le accettano o le capiscono. Ognuno ragiona con la propria testa. Certo, lo capisco. Se non operi, se stai dietro le quinte, se resti ferma, nessuno ti nota. Se operi, è chiaro che vogliono vedere cosa fai. Non accontenti tutti. E soprattutto la cosa più brutta è chissà cosa la gente si immagina o pensa. Non ti puoi difendere da questo. Puoi solo sperare che la gente capisca e apprezzi».
«Il guaio della nostra terra forse è proprio questo: non tutti mettono l’interesse pubblico e il bene della comunità al primo posto – conclude il sindaco – C’è chi pensa soltanto ai propri interessi personali».