Domani 20 ottobre saranno celebrati i funerali nella chiesa di Sant’Antonio del capoluogo, alle ore 10,30
Il Cantautore, classe del 1930, era nato a Dinami il 27 giugno.
Come ricorda lo storico Michele Furci, iniziò la sua carriera partendo dal piccolo coro parrocchiale dinamese. Crescendo, grazie all’esperienza parrocchiale in cui emerse la sua innata passione per il canto e per la musica, ha dato lustro alla canzone calabrese divenendo presto un punto di riferimento per la sua melodica voce e per la grande capacità di cantare storie di vita vissuta realmente in ogni paese della Regione.
“È riconoscibile nelle sue opere discografiche – sottolinea Furci – lo spaccato della vita sociale delle viuzze in cui abitava a Dinami, ma che erano simili a quelle di ogni realtà urbana della regione. Il cantautore Michele Zara, infatti, nei testi delle sue memorabili canzoni popolari, ha immortalato una realtà sociale attraverso le quali ognuno delle generazioni del suo tempo si è riconosciuto ovunque si trovasse”.
Io partu militari (2° Premio al festival di Palmi), Marrobbaro lu gaduzzu, O cummari Rosaria mia, Alla Vergine Santissima della Catena, ecc. Nella veste di cantautore partecipò a moltissime stagioni musicali e, tra le tante, particolarmente al IV Festival Calabrese della Canzone dell’Agosto Vibonese, 3-5 agosto 1956, presentato dal grande Corrado. In quel festival si classifica al 2° posto con Saba Calabrese. Il cantautore, che si era distinto durante il Festival del dilettante del 1953, dopo il successo del 1956, debutta con un provino a Sanremo con la canzone Casetta in Canadà nel 1957, e poi, sempre nello stesso anno, in coppia con Giacomo Rondinella, fa il provino per la partecipazione al Festival di Napoli con il brano Nnammurate dispettuse. Per la sua brillante voce fu definito il Tajoli del Sud.
Grande attenzione e particolare evidenza della sua bravura la ricorda nel suo libro il compianto Felice Muscaglione, C’era una volta, pubblicato nell’edizione del 1998.
Molti conobbero (e, tra questi, anche chi dirige ViViPress) l’artista Michele Zara quando, trasferitosi a Vibo Valentia, diede lustro alle opere musicali calabresi con lo storico negozio di dischi sul corso della città (quando si poteva passeggiare lungo Galleria Vecchio).
Con lui – conclude il ricordo Michele Furci – se ne va uno degli ultimi grandi artisti popolari calabresi, cresciuto da autodidatta ma dotato di grande talento.