Gli arrestati, di cui uno di Palmi e uno di Pizzo, avrebbero vessato un imprenditore fino a costringerlo al suicidio
Sono state arrestate a Roma quattro persone accusate di essere gli usurai che hanno portato al suicidio, nel marzo del 2023, un rappresentante ittico di 54 anni dopo che aveva contratto un debito di 147mila euro lievitato a dismisura.
L’imprenditore ittico di Guidonia aveva contratto il debito con quattro persone, fra titolare e dipendenti di un’altra società del settore, ma più passava il tempo e più la somma richiesta dal gruppo aumentava al punto tale che lo avevano costretto a pagare 600mila euro, altrimenti si sarebbero rivolti ad una cosca della Ndrangheta per avere ciò che spettava loro.
L’imprenditore ha provato a chiedere proroghe ai quattro indagati, ben consapevoli che si trattava di usurai e che il debito sarebbe aumentato a dismisura e nel dicembre del 2022, uno dei quattro gli avrebbe detto che il debito però era ormai passato ad una cosca calabrese.
Disperato, l’imprenditore ha deciso di rivelare tutto ai carabinieri, compresi i riferimenti alle altre cosche calabresi, in particolar modo ai Morabito, descrivendo come fosse stato costretto a firmare, dopo essere stato perquisito, un documento sul presunto maxidebito. Lui inizialmente si era opposto, ma i quattro avevano sia una pistola che un’accetta e gli avevano detto gli avrebbero tagliato una mano, ma lui ha continuato ad opporsi fino al momento in cui se la sono presi anche con la sia famiglia.
Alla fine non è più riuscito a sopportare il peso della situazione e si è tolto la vita.
A finire in carcere S.M. trentaseienne originario di Palmi in provincia di Reggio Calabria, F.V.M.P. sessantasettenne originario di Pizzo in provincia di Vibo Valentia, il quarantaquattrenne F.P. e il cinquantaseienne S.V., tutti gravemente indiziati a vario titolo di estorsione con la circostanza aggravante del metodo mafioso e morte come conseguenza di altro delitto.