L’ex vice sindaco risponde alla replica dell’attuale vicensindaco e si dichiara “Disponibile a qualunque confronto”
Sarà capitato, al termine di una giornata stancante, di decidere di mettersi semplicemente comodi sul divano preparandosi a gustare una sana e rilassante spaghettata western all’italiana, piena di belle scazzottate e duelli all’ultimo sangue con la pistola. C’è ben poco da sottovalutare, perché alcune scene hanno fatto la storia del Cinema.
Prendiamo, ad esempio, il duello finale tra i due personaggi principali di C’era una volta il west, il capolavoro di Sergio Leone. Già nei primissimi istanti dell’incontro tra i due duellanti, il vero protagonista è lo sfondo: un intero cantiere che ha messo a ferro e fuoco il deserto polveroso, da cui nascerà la strada ferrata che porterà la cosiddetta ‘civiltà’. Su di esso si stagliano i due uomini, Armonica (Charles Bronson) e Frank (Henry Fonda). I due cominciano subito a parlare, scambiandosi alcune frasi di circostanza piuttosto tipiche del linguaggio di genere; ma non è questo il punto. Essi sembrano ignorare quanto avviene alle loro spalle, come se quel mondo ormai non gli appartenesse più.
Ecco, trasferiamoci nella nostra cara Vibo Valentia. Scegliete voi chi impersona il personaggio di Armonica e chi di Frank. Poco importa, perché il vero protagonista è ancora una volta lo sfondo, ovvero l’apparente tema della discussione, il trasporto pubblico locale, e soprattutto la questione politica tra chi oggi è chiamato ad amministrare per voto popolare e sostegno della sua maggioranza e chi ha amministrato ieri ed oggi deve fare da sé per difendere il proprio operato in assenza di consiglieri d’opposizione che opponendosi richiamano alla memorai ciò che è stato fatto da chi oggi ha dovuto lasciare, per democratica decisione elettorale.
Charles Bronson contro Henry Fonda. Loredana Pilegi contro Pasquale Scalamogna.
Frank e Armonica sono fuori del tempo, in una dimensione altra, che appartiene oramai al mito o a un passato lontanissimo. Non lasciamoci fuorviare dalla nitidezza delle immagini, dalla perfezione dei singoli quadri. L’orizzonte si amplia, l’epopea si fa grande, universale. Quando poi Frank, colpito fatalmente, cade in terra con un tonfo, la sua caduta è la caduta dei Giganti, di Ettore trafitto a morte, di Orlando ucciso a Roncisvalle. È il futuro che avanza; il vecchio che deve mettersi da parte e lasciare spazio a qualcosa di diverso, ci si augura di nuovo.
In questo caso, ancora il duello è alla fase inziale, è prima di compiersi l’atto finale, ma il guanto della sfida è stato ormai lanciato e Pasquale Scalamogna non ci sta alle replica di Loredana Pilegi e replica a sua volta.
“Sono rimasto esterrefatto, vista la qualità della persona, dall’articolo con il quale l’Assessore Pileggi ha ritenuto di intervenire sulla questione del trasporto pubblico locale urbano – esordisce l’ex vicesindaco – Infatti, piuttosto che contraddire quanto da me pacatamente, ma rigorosamente e documentalmente, asserito con riguardo all’argomento, ha preferito gettarla in caciara, sproloquiando del mio immobilismo e dell’Amministrazione Limardo, tutta. Ora, siccome non è nel mio stile seguire la strada delle gratuite illazioni, mi rendo disponibile, in qualsiasi momento, anche a sorpresa, ad un confronto pubblico sul Trasporto Urbano, o su qualunque degli altri argomenti tirati in ballo, esplicitamente o velatamente, dall’Assessore Pileggi, come il Piano Comunale Spiaggia, l’Officiosità Idraulica delle Aste Fluviali, il Vincolo Idrogeologico presente nelle frazioni marine, il Quartiere Pennello, ecc”.
Scalamogna, però, si lascia prendere dal piacere dello scontro frontale e riserva in chiusura una sua “frecciatina”: “Chiarisco in merito che, siccome l’Assessore Pileggi, essendo medico, non ha specifiche competenze sulle deleghe che le sono state assegnate, nell’eventualità dovesse essere accordato tale confronto, non ho alcuna difficoltà a che si faccia supportare tecnicamente da chiunque lo ritenga. Altro non ritengo di dover aggiungere”.
Eh già! Avete presente quel duello finale in C’era una volta il West di Sergio Leone? Quel susseguirsi di inquadrature di una lentezza esasperante, con la cinepresa che indugia tra primissimi piani e campi lunghissimi?
E intanto i due cominciano subito a parlare, scambiandosi alcune frasi di circostanza piuttosto tipiche del linguaggio di genere, che sembrano fatte apposta per distrarci dal particolare che il vero protagonista è lo sfondo: una città il cui trasporto pubblico è un fantasma, evocato e mai visto. Si sfidano ignorando quanto avviene alle loro spalle: una città che arranca ed i cui cittadini sono sfiduciati, stanchi,disillusi.
Che film “C’era una volta il west”!
C’era una volta Vibo Valentia!