La multinazionale mette i propri soldi nello stabilimento di Vibo Marina/Portosalvo e i politici si alternano in dichiarazioni. Il sindaco Romeo, il consigliere regionale Comito, il parlamentare Mangialavori e adesso è il turno del consigliere regionale Lo Schiavo
A Vibo Valentia nulla è normale, ogni cosa ha una sua eccezionalità, assume contorni sformati, dilatati, come una fotografia talmente ingigantita al punto da versi sgranata.
È successo che dei 60 milioni di euro che stavano prendendo il volo lontano dalla Calabria, la Regione è riuscita a “strapparne” una parte, 26 milioni, che saranno destinati al rafforzamento dello stabilimento Baker Hughes di Vibo Valentia. È successo che l’intesa sia stata ufficializzata nel corso di un incontro alla Cittadella a poche settimane dal passo indietro della multinazionale dall’investimento da 60 mln a Corigliano Rossano. È scoppiato il putiferio, un putiferio politico.
Parte il sindaco Enzo Romeo, che dà alla stampa le sensazioni della sua soddisfazione
A stretto giro, si susseguono le dichiarazione del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Michele Comito, e del Presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori
Adesso è il turno di un altro consigliere regionale, Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti.
«La conferma dell’investimento di Baker Hughes – esordisce – rappresenta per tutti i cittadini vibonesi, al di là di ogni colore politico, una buona notizia per il nostro territorio. C’è ora solo da augurarsi che l’investimento in questione possa ingenerare un processo virtuoso per l’intera area industriale, una delle più importanti della Calabria. Processo rispetto al quale la Regione deve dimostrare di saper fare la propria parte fino in fondo».
«La scelta della multinazionale statunitense di confermare e incrementare fino a 26 milioni di euro in tre anni l’investimento già annunciato nel novembre del 2023 – prosegue Lo Schiavo – può davvero rilanciare le prospettive di tutta l’area, dell’indotto che vi ruota attorno e dell’intera comunità delle frazioni costiere. Ma è una scelta che non nasce per caso, bensì è da ascrivere anche e soprattutto al contesto in cui Baker Hughes-Nuovo Pignone opera ormai da 60 anni, avendo stabilito un solido e proficuo rapporto con il territorio. Ed è, dunque, un risultato figlio anche di questa storia di “osmosi” tra la fabbrica e la comunità locale, del lavoro delle maestranze vibonesi che negli anni sono passate da quei capannoni industriali, delle piccole imprese dell’indotto che hanno contribuito a sostenere la sua crescita, dell’instancabile impegno degli operai con il quale si sono costruite anche le condizioni affinché lo stabilimento fosse sempre più efficiente, remunerativo, qualitativamente all’altezza delle aspettative aziendali e, dunque, della sua permanenza e crescita in loco. Sapere che ora l’azienda intende continuare a investire soprattutto sul fronte Ricerca e sviluppo ingegneristico fa ben sperare sulla possibilità che si schiudano nuove opportunità per i giovani del territorio e per il territorio stesso, al pari di quanto avvenuto sessant’anni fa al momento dell’apertura dello stabilimento».
«Per questo ritengo che la Regione Calabria dovrebbe preoccuparsi fin da subito delle azioni da intraprendere per sostenerla e per fare in modo – conclude l’esponente politico di sinistra – di attrarre nuovi investimenti che possano rilanciare l’area industriale di Porto Salvo nel suo insieme. Questa iniziativa nasce da investimenti privati, mentre latitano ancora investimenti pubblici significativi da parte della Regione Calabria per il Vibonese. Un plauso va fatto anche a chi, come il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, ha colto per tempo l’opportunità rappresentata da un ulteriore investimento di Baker Hughes su Porto Salvo, dando ampia collaborazione istituzionale alla società americana. Ed oggi può a buon diritto, da sindaco, accogliere con soddisfazione questo risultato».