Prendendo spunto dal sequestro del sito della Meridionale Petroli, gli interventi del PD vibonese, dell’ex consigliere comunale pentastellato Domenico Santoro e dell’ex assessore comunale Giovanni Russo
Non c’è dubbio che il drammatico incidente un’esplosione nella raffineria ENI di Calenzano, in provincia di Firenze, che ha provocato 5 morti e 26 feriti, ha riportato all’attenzione pubblica la questione della sicurezza sul posto del lavoro con particolare riferimento alle questioni ambientali legati alle produzioni di idrocarburi, Problematica ancor più sentita sul territorio vibonese perché quei drammatici fatti sono avvenuti in Toscana a pochi giorni dalla notizia del sequestro del depositi costieri della Meridionale Petroli di Vibo Marina
Tutte le problematiche e la criticità messe in evidenza proprio da questa testata, inevitabilmente sono diventate secondarie dinanzi alle altre tematiche che, tra l’altro abitualmente, registrano un maggiore interesse tra operatori dell’informazione ed opinione pubblica
Si segnalano, infatti, una serie di prese di posizione in proposito che non si può non tenere in considerazione.
In particolare, il coordinamento cittadino del PD di Vibo Valentia esprime preoccupazione rispetto alle notizie riguardanti i presunti episodi di inquinamento ambientale, che hanno portato al sequestro dell’impianto della Meridionale Petroli di Vibo Marina.
Se, infatti, le prossime pronunce giurisdizionali – si legge in unna nota del partito – dovessero confermare i primi esiti delle indagini della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, si porrebbero seri problemi circa gli effetti di tali condotte sulla salute dell’ambiente marino, dei cittadini e sulla sicurezza stessa degli impianti, considerando anche la loro ubicazione”.
Di conseguenza, il PD vibonese ritiene: “necessario aprire un’ampia riflessione collettiva sull’effettività e l’efficacia dei controlli, sull’osservanza delle norme in materia ambientale da parte degli operatori economici, sull’opportunità del mantenimento di tali depositi nell’ attuale sito e sulla possibile loro dislocazione in aree periurbane. Il tutto nell’ambito di un’idea di recupero urbanistico di quei luoghi, strettamente connessa a quel complessivo progetto di rilancio del porto e dell’intera area urbana di Vibo Marina, che è parte integrante del programma della nostra Amministrazione”.
Interviene anche l’urbanista Domenico Santoro, già consigliere comunale e già esponente di spicco del M5S di Vibo Valentia, secondo il quale: “la conduzione dei depositi non vuole o non può coesistere con un ambiente urbano connotato da turismo, da commercio con un Porto di buon livello che sta sempre di più aprendosi ai traffici passeggeri. Pertanto, occorre ribadire che è necessario superare velocemente lo scontro tra le varie funzioni urbane di Vibo Marina, altrimenti è presumibile la continuazione della forte stasi dell’economia di un territorio che un tempo era il centro produttivo e commerciale della Calabria”.
Quindi, aggiunge: “La connotazione urbanistica, dell’area del quartiere Pennello, è quella di essere il territorio migliore di tutta la Calabria, essendo i suoi circa 40 ettari infrastrutturati da Porto, Camionale, Ferrovia, mare e spiagge con 800 alloggi che possono essere sfruttati per il tanto agognato turismo.
Richiamandosi al suo precedente ruolo di consigliere comunale nella precedente consliatura, Santoro ricorda che: “Tutto ciò l’ho fatto presente recentemente in una riunione tecnica al Comune per il redigendo Piano di Recupero del Quartiere in oggetto. Queste peculiarità urbanistiche, altrove sarebbero state la base di un grande
progetto di sviluppo economico dell’area, mentre Vibo, da trenta anni, non sceglie il proprio futuro”.
A suo giudizio, “prima di occuparsi dell’edilizia, il Piano di Recupero dovrebbe dare un chiaro segno progettuale urbanistico, che tarda ad arrivare, per eliminare i depositi costieri (da spostare in altra area comunale), progettare un rapporto anche pedonale con la stazione ferroviaria, allargare la Camionale esistente che va al Porto per trasporti eccezionali della fabbrica Baker Hughes, progettare dei Catalizzatori sub-urbani, come ad esempio turistico – culturale – parco ambientale, un’arena per spettacoli, ecc. Solo dopo un’esposizione e/o approvazione di un progetto così fatto si potrebbe parlare di delocalizzazione volontaria dei depositi petroliferi e degli edifici residenziali, con vincoli inibitori e rischi idro-geologici”.
Altro intervento, quello dell’ex assessore ai Lavori pubblici della Giunta Limardo, Giovanni Russo.
“Quanto successo a Calenzano – ha scritto Russo – deve indurre ad una profonda e seria riflessione coloro i quali hanno le redini della nostra città. La presenza di due insediamenti industriali classificati come «a rischio di incidente rilevante» in pieno centro abitato a Vibo Marina deve portare la politica, tutta, a comprendere quali siano i rischi che corriamo noi cittadini vibonesi. Mi riferisco a quelli legati alla contaminazione del corso d’acqua adiacente ad uno dei due stabilimenti e delle falde acquifere. A questi fattori si aggiungono i rischi derivanti dai vapori emessi e dall’impatto sulla qualità dell’aria nella zona circostante.
Giovanni Russo, quindi, si chiede: “Quali sono le reali condizioni di sicurezza di questi due stabilimenti?”
Infine si rivolge all’attuale assessore comunale alle attività produttive: “spero tanto che Stefano Soriano e i suoi colleghi di giunta competenti in merito con il Sindaco in testa, affrontino al più presto la questione ambientale e quella inerente la sicurezza dei due stabilimenti di stoccaggio di carburanti presenti a Vibo Marina”.