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Lo studio di Francesco Deodato su Garibaldi e la Calabria sarà presentato nelle Sale CEV di Palazzo Gagliardi

libro garibaldi

&NewLine;<p><strong><em>Il volume edito da Libritalia sarà protagonista sabato 14 dicembre alle ore 17&period;00 grazie all&&num;8217&semi;organizzazione della sezione vibonese dell&&num;8217&semi;UIR&comma; Unione degli Insigniti al Merito della Repubblica<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La Calabria per Giuseppe Garibaldi non è solo quella parentesi tragica raccontata su tutti i libri di storia della ferita sull’Aspromonte&period; È molto di più&comma; sebbene poco sia stato finora raccontato&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La Calabria per Garibaldi ha rappresentato una pietra d&&num;8217&semi;angolo della sua avventurosa vita&period; In Calabria molti riconoscevano in lui il condottiero dal carattere esuberante&comma; l&&num;8217&semi;uomo che&comma; sprezzante di ogni pericolo&comma; non ci pensava due volte a passare dalle parole ai fatti&comma; dal carattere burbero ma dal cuore generoso&comma; l&&num;8217&semi;uomo del &&num;8220&semi;sistema&&num;8221&semi; ma anche &&num;8220&semi;contro il sistema&&num;8221&semi; che lo avrebbe voluto sottomesso alle proprie regole&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Con il suo libro&comma; edito da Libritalia&comma; &&num;8220&semi;Garibaldi La sua Calabria Cavour e Roma&&num;8221&semi; Francesco Deodato parla anche di uno dei sogni di Giuseppe Garibaldi&comma; la conquista di Roma&comma; la città eterna&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Finalmente&comma; dunque&comma; un volume che fa giustizia di questi passaggi storici meno raccontati&period; Questo grazie a Francesco Deodato che&comma; per la casa editrice Libritalia&comma; ha realizzato&comma; appunto&comma; il libro &OpenCurlyDoubleQuote;Garibaldi la sua storia Cavour e Roma”&comma; che sarà presentato <strong>sabato dicembre alle ore 17&period;00 nelle Sale CEV di Palazzo Gagliardi<&sol;strong> a cura della sezione vibonese dell’UIR&comma; l’Unione degli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2024&sol;12&sol;libro-garibaldi-1&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-23781"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’aver scelto Palazzo Gagliardi è certamente un’idea felice ed opportuna&comma; per richiamare alla memoria uno dei momenti storici più importanti e gratificanti della storia della città di Vibo Valentia e della presenza di Giuseppe Garibaldi in città&period; Non a caso la piazza dove si affaccia Palazzo Gagliardi porta il nome di Piazza Giuseppe Garibaldi&comma; quale omaggio di questo momento storico &lpar;e non c’è dubbio che una città mantiene il suo fascino carismatico solo se&comma; conoscendola&comma; rispetto la storia&comma; ne ha cura e non la stravolge&comma; non la cancella con trovate estemporanee&excl;&rpar;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Per comprendere ciò&comma; basta richiamarsi alle cronache del tempo&comma; a quel 17 agosto 1860&comma; quando&comma; Giuseppe Garibaldi&comma; proveniente dall’Affaccio &lpar;arrivava infatti da Mileto&rpar; si avviò su di un calesse verso Palazzo Gagliardi&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Uno dei testimoni fu anche un bambino di appena 8 anni che&comma; tenuto per mano da un anziano prete&comma; suo pedagogo&comma; gli andò incontro&comma; &OpenCurlyDoubleQuote;<em>vestito a festa e con un tricolore sulle spalle<&sol;em>”&comma; mentre il padre&comma; Pietro Paolo&comma; nella sua veste di Comandante della Guardia Urbana&comma; aveva il compito di accogliere l’Eroe dei Due Mondi nel momento in cui faceva ingresso in città&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Come ricorda Maurizio Bonanno&comma; in un altro libro sempre edito da Libritalia – &OpenCurlyDoubleQuote;Quel giorno io vidi il sole” – quel bambino era piccolo Eugenio Scalfati&comma; l’intellettuale monteleonese poi fondatore del giornale &OpenCurlyDoubleQuote;L’Avvenire Vibonese”&comma; rimasto talmente affascinato dalla figura quasi mitologica del generale-guerriero&comma; che così lo descrisse&colon; &OpenCurlyDoubleQuote;<em>Eccolo là&comma; l’invitto&comma; il redentore&comma; ha fulvo il capo ed il mento&comma; e gran bagliore manda dagli occhi furor&period; Oh&comma; perché siede in cocchio e non cavalca come gli antichi eroi&quest;<&sol;em>”&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’immagine dell’eroe&comma; del liberatore rimarrà per sempre nella memoria del giovane Eugenio Scalfari al punto da modellare la sua vita futura sui valori ed i principi della libertà e dell’uguaglianza tra gli uomini&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ecco perché assume una valore&comma; ulteriore e straordinario&comma; la presentazione di questo libro proprio a Palazzo Gagliardi&comma; dal cui balcone Garibaldi pronunciò un discorso memorabile per i monteleonesi del tempo e che dovrebbe inorgoglire i vibonesi di oggi&colon; &OpenCurlyDoubleQuote;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>&OpenCurlyDoubleQuote;<em>Quando un popolo si scuote così vivamente all’annunzio della libertà&comma; questo popolo merita d’essere libero&comma; io dunque accetto questa vostra calda manifestazione e ve ne sono riconoscente<&sol;em>”&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Un discorso che non andò oltre solo a causa dell’entusiasmo della popolazione e degli applausi frenetici&comma; al punto che aggiunse solo un’ultima&comma; significativa&comma; frase&comma; prima di rientra&comma; commosso&comma; lasciando il balcone di Palazzo Gagliardi&colon; <em>&OpenCurlyDoubleQuote;…in mezzo a voi parme d’essere in messo alla mia famiglia”&period;<&sol;em> <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L&&num;8217&semi;idea di scrivere questo libro è anche per capire il perché&nbsp&semi;per ben due volte Garibaldi sia partito dal sud dell&&num;8217&semi;Italia alla conquista di Roma e non abbia preferito il suo nord&semi; quel nord dove risiedeva la monarchia sabauda alla quale la prima volta consegnò il Regno delle due Sicilie strappato ai Borbone e la seconda volta avrebbe dovuto consegnare Roma strappata al Papato&period; Presente nel libro anche&nbsp&semi;la figura di Cavour&comma; mente eccelsa della politica&comma; grande stratega e sempre in contrasto con Vittorio Emanuele II&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-large"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2024&sol;12&sol;copertina-garibaldi-732x1024&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-21826"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>«Trattando in questo mio lavoro di Garibaldi e della mia terra&comma; la Calabria &&num;8211&semi; dichiara in proposito Francesco Deodato &&num;8211&semi; ritengo che essa&comma; per Garibaldi&comma; abbia rappresentato una pietra d’angolo della sua avventurosa vita&period; Una delle tante conferme viene dal testo di un telegramma che il Generale spedì il giorno successivo alla storica resa delle truppe borboniche a Soveria Mannelli&colon; &&num;8220&semi;Dite al mondo che ieri coi miei prodi calabresi feci abbassare le armi a diecimila soldati&comma; comandati dal generale Ghio&&num;8221&semi;&period; Si noti quanto orgoglio tra le righe quando viene affermato &&num;8220&semi;coi miei prodi calabresi&&num;8221&semi;»<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il programma dell&&num;8217&semi;incontro&comma; moderato dal Cav&period; Maurizio Bonanno&comma; prevede&comma; oltre alla presenza dell&&num;8217&semi;autore il Cav&period; Francesco Deodato&comma; l&&num;8217&semi;intervento del Cav&period; Gaetano Paduano&comma; Presidente della sezione di Vibo Valentia dell&&num;8217&semi;UIR e Consigliere del Direttivo Nazionale&comma; il tutto arricchito dalla esposizione delle tele dell&&num;8217&semi;artista Mariana Giubegeanu&period;<&sol;p>&NewLine;

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