Il fatto è avvenuto nel quartiere Arghillà. Sono intervenuti gli agenti delle Volanti
I furti di rame sono una piaga che anche in passato ha causato molti disguidi in varie zone della Calabria, di rame sono fatti i cavi, ma non solo il rame è largamente impiegato nei binari delle stazioni ferroviarie, che sono anche i luoghi in cui si registrano i maggiori casi di furto, è usato per realizzare grondaie, bobine, pannelli fotovoltaici e corredi esterni.
Nel 2024, il rame usato è arrivato a costare 4 euro al Kg, ma può anche valere 50 centesimi se in cattive condizioni, infatti la quotazione del rame usato rosso si riduce a seconda della condizione del materiale, il valore diminuisce in presenza di: ossidazione, deteriorazione, se è sporco.
Inoltre differisce anche da come viene presentato: il rame nuovo venduto in tondini o barre è quello che ha una valutazione più alta, se puro può toccare quindi i 7/8 euro al kg.
Spesso capita quindi che chi ha del rame, per ottenere una maggiore valutazione lo pulisca bruciando le guaine che lo ricoprono, ed è probabilmente a questo stratagemma che hanno pensato gli agenti della questura di Reggio Calabria dopo che è stata ricevuta una segnalazione alla Sala Operativa che segnalava del fuoco nel quartiere di Arghillà.
Mandate alcune volanti, gli agenti hanno scoperto due uomini, un 50enne pregiudicato e già destinatario di obbligo di presentazione alla p. g. , ed un 34 enne con precedenti penali e di polizia e già destinatario di avviso orale, intenti a bruciare matasse di rame.
Ai due è stata chiesta la provenienza del rame, ma, pur rivendicandone la proprietà, non sono stati in grado di certificarne la provenienza, per questo sono stati arrestati per i reati di combustione illecita di rifiuti, attività di gestione rifiuti non autorizzata, ricettazione e getto pericoloso di cose, tutti commessi in concorso tra loro.
I due uomini ora si trovano ai domiciliari, mentre il rame è stato sequestrato.