Presenti anche il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, e di Jonadi, Fabio Signoretta, in tanti hanno risposto all’appello alla pace e alla fraternità tra i popoli
Un momento di raccoglimento in ricordo di uomini e donne, bambini e bambine, che, come tanti altri, si sono messi in viaggio con la speranza di costruire un futuro diverso e dignitoso ma che, purtroppo, hanno perso la vita nel Mediterraneo e ora giacciono in freddi loculi dove, insieme ai loro corpi inermi, sono sepolte le speranze di chi dopo aver conosciuto la violenza e l’orrore della guerra, le brutture della povertà e dell’indigenza, si avvicinava alle grandi e, ai loro occhi, salvifiche porte dell’Europa rivendicando soltanto pace, diritti e uguaglianza, chiedendo di poter vivere senza paura e poter essere protagonisti dei loro destini.
Questo il significato che Libera Vibo Valentia ha voluto dare al raduno presso il piccolo cimitero di Bivona, dove sono seppelliti 44 migranti, tra donne, uomini, bambini, per un appello alla pace e alla fraternità tra i popoli, presenti, tra gli latri, il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, e di Jonadi, Fabio Signoretta.
Da qualche anno ormai si ripete questo momento, la prima iniziativa del novo anno nel piccolo cimitero della frazione di Vibo Valentia, divenuto luogo simbolo della drammaticità di questi anni in cui si sta consumando uno scontro di civiltà, una terza guerra mondiale a pezzi, come l’ha definita Papa Francesco.
Essere stati qui, in questo piccolo cimitero di “periferia”, vuole essere per gli organizzatori di Libera un impegno ad orientare la bussola del proprio agire verso gli ultimi, i dimenticati, gli emarginati, gli sfruttati, le vittime innocenti dell’indifferenza.