Arrestate dodici persone e sequestrati beni per oltre otto milioni e mezzo di euro
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 12 persone indagate per aver costituito un’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di reati tributari.
Le indagini sono partite nel 2019 quando si è accertata l’esistenza di un’associazione per delinquere di matrice ‘ndranghetista, originaria della provincia di Reggio Calabria, egemone nella zona compresa tra i comuni di Melia di Scilla e San Roberto, al cui vertice vi era un soggetto già condannato per associazione di stampo mafioso dal Tribunale di Reggio Calabria.
Questa associazione criminale, facendo leva sulla sua forza di intimidazione, avrebbe dapprima danneggiato, poi sopraffatto e infine estromesso dal giro d’affari connesso alle frodi fiscali un precedente sodalizio criminale, operativo dal 2017 nel distretto industriale del nord est.
In particolare, dapprima avrebbe simulato una rapina, perpetrata da soggetti cinesi della chinatown milanese, ad un corriere che aveva ritirato denaro contante per circa 600.000 euro – frutto della monetizzazione delle fatture per operazioni inesistenti, il tutto avvalendosi della collaborazione di alcuni sodali interni alla prima associazione, poi avrebbe sottratto le credenziali dei conti correnti accesi in Bulgaria dove venivano dirottati, grazie all’ausilio di una commercialista bulgara e dei rappresentati legali delle cartiere estere, gli introiti dell’intera operazione di frode, infine avrebbe, tramite l’uso di minacce neanche troppo velate, imposto il trasferimento dell’intero pacchetto di società gestite dal primo sodalizio criminale al secondo appena costituito, si parla di oltre 30 società tra cartiere estere, ubicate in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Svizzera e Croazia, e altre società filtro italiane che avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio delle materie plastiche per oltre 365 milioni di euro in favore di imprenditori compiacenti, localizzati prevalentemente nelle province di Brescia e Mantova.
Durante l’operazione sono stati sequestrati contanti per circa 450.000 euro, destinati alle cosche reggine, oltre a 8,5 milioni di euro che sono stati sequestrati, anche per equivalente, in attesa della confisca in quanto ritenuti i proventi dei reati fiscali.