I controlli della Guardia di Finanza e delll’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno dato i loro frutti grazie ad un’attento monitoraggio delle merci in transito per lo scalo calabrese
Non si contano più i sistemi che i trafficanti di droga escogitano per trasportare la loro merce senza essere intercettati, ma allo stesso modo sono altrettanti i controlli specifici che vengono fatti nei porti italiani da parte della Guardia di Finanza insieme all’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Il porto di Gioia Tauro è da sempre uno dei più attenzionati e da lì si cerca spesso di far passare merce di ogni tipo compresa la cocaina.
In passato è stata trovata nascosta all’interno di blocchi di marmo, insieme a carichi di banane, nascosta in container contenenti caffè, la fantasia dei trafficanti non si ferma e questa volta hanno scelto un metodo diversificato, infatti sono stati trovati 788 chili di cocaina nascosti in parte dentro centinaia di sacchi di pellet mentre altri erano stati accuratamente occultati all’interno di un’intercapedine ricavata nel vano motore di un contenitore refrigerato che trasportava pesce surgelato.
Le Fiamme Gialle in servizio presso il porto di Gioia Tauro e il personale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli si sono insospettiti analizzando la documentazione di tre container provenienti dal Sud America e diretti verso alcuni porti sia italiani che spagnoli.
Dapprima sono stati passati sotto gli scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane e poi ispezionati dalle unità cinofile del gruppo di Gioia Tauro della Guardia di Finanza; entrambi i controlli hanno dato esito positivo facendo trovare la droga, che se fosse stata immessa sul mercato, avrebbero potuto fruttare alle organizzazioni criminali oltre 126 milioni di euro.