Con pacatezza e gentilezza ha retto per anni con modi garbati ma decisi il duomo di San Leoluca e Santa Maria Maggiore a Vibo Valentia

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Con umiltà e senso della misura, aveva raccolto una difficile eredità, succeduto alla guida del Duomo di San Leoluca, dopo due figure carismatiche e dalla forte, sia pure diversa personalità. Don Antonio Purita aveva svolto il ruolo di “secondo” di mons. Onofrio Brindisi prima e di mons. Giuseppe Fiorillo poi. Alla fine, accettò di assumere questo incarico con spirito di servizio dando un taglio di bonomia affettuosa e gentile che egli era abitualmente e lasciando, lui stesso, un eredità fatta di servizio, di approccio umile ma mai dimesso: di gentilezza e disponibilità, sempre affettuoso e compartecipe dei sentimenti dei suoi parrocchiani
Don Antonio Purita era la rappresentazione del sacerdote puro e buono, discreto e delicato, protagonista senza protagonismo. Negli anni in cui ha retto il duomo di San Leoluca e Santa Maria Maggiore a Vibo Valentia si è distinto per la pacatezza con cui sapeva gestire ogni situazione, senza però mai dare spazio a toni forzati, deciso perché convincente coni suoi modi indirizzati alla comprensione.
Questa sera, ormai ritiratosi ad una vita tranquilla come sempre aveva desiderato, è stato colto da un infarto che non gli ha lasciato scampo.
Appena si è sparsa la notizia, un moto di commozione ha avvolto l’intera comunità vibonese. La sua dipartita lascia un grande vuoto in chiunque l’abbi conosciuto ed apprezzato. La sua spiritualità, la sua bontà, i modi della sua accoglienza nel nome di Dio resteranno sempre nel cuore della una comunità che lo piange come quel caro zio buono e gentile che sapeva donare un timido sorriso a chiunque gli si avvicinasse