Fondatore del mitico Cine Club, per due volte Presidente del Lions Club, tra i più attivi animatori della stagione migliore di una città, Vibo Valentia, che visse il suo momento di splendore
di Maurizio Bonanno
Era il tempo in cui per le strade di Vibo Valentia potevi incontrare Pier Paolo Pasolini, oppure Liliana Cavani, era il tempo in cui Vibo Valentia, Giardino sul Mare, era un punto di riferimento dei movimenti e gli interessi culturali che andavano oltre i confini regionali. Era il tempo dell’Agosto Vibonese, delle tante iniziative e di un gruppo di giovani intraprendenti che credevano nella forza della cultura, della promozione del territorio attraverso manifestazioni che sviluppavano con una straordinaria forza di attrazione.
Era il tempo dei Circoli culturali, artistici. Era il tempo di una mondanità raffinata e popolare, della Casina dei Fiori, dei festival di musica e delle mostre d’arte, delle letture di poesia e delle fiere dell’artigianato.
Era il tempo di una Vibo Valentia ricca di fervore e della “Valentia Aurea”.
Era il tempo in cui vi erano giovani pieni di entusiasmo e di idee, che mettevano a disposizione della città la propria fantasia e voglia di fare, dove ci si affidava a chi faceva meglio e di più: non c’era tempo da perdere nel denigrare l’altro, perché il tempo era tutto occupato a realizzare, promuovere, agire.
Tra quel gruppo di giovani c’era anche lui, Mario Orefice.
Trasferitosi da qualche anno a Verona, oggi Mario Orefice ha lasciato questa terra, se n’è andato per sempre ed il suo ricordo richiama alla memoria il tempo bello di una Vibo Bella che non c’è più!

Nato a Vazzano nel 1934, agronomo di professione, la figura di Mario Orefice è legata alla storia culturale di quella Vibo Valentia che, dalla metà degli anni ’50 del secolo scorso e per un ventennio fu città protagonista indiscussa e riconosciuta del fermento culturale di intere generazioni.
In questo contesto, proprio nel 1960 veniva fondato il Cine Club, un’associazione di cultura cinematografica e del tempo libero, che aveva come animatore il regista Andrea Frezza (che raggiunse poi una certa notorietà e successo internazionale) ed un gruppo di animatori i cui nomi ancora oggi richiamano nostalgicamente alla memoria quei giorni di concreta gloria culturale: Colombo Achille, Ugo Colloca, Arturo Daco, Franco Inzillo, Franco Pugliese, Ferruccio Schiavello e due fratelli: Pino e Mario Orefice.
Pino e Mario furono molto di più che due fratelli: un vero e proprio sodalizio foriero di idee e di iniziative straordinarie. Il Cine Club, con numerosi iscritti, in prevalenza universitari e professionisti della migliore Vibo Valentia (medici, avvocati, insegnanti, ingegneri, giornalisti, imprenditori) si mostrò un luogo attivo e propositivo non solo nel campo del cinema ma anche nelle arti figurative, nella letteratura con particolare interesse per la poesia. Un’esperienza innovativa e aperta, socialmente e culturalmente, che – purtroppo! – non durò a lungo, ma lasciò sempre – ed ancora oggi – una traccia indelebile nello slancio socio-culturale di quel tempo in città.
Senza mai venir meno il sodalizio tra i due fratelli – Pino e Mario – senza mai venir meno la voglia e l’entusiasmo di fare e proporre quanto di utile fosse per la crescita della città, Mario Orefice trasferì questa sua passione nel Lions Club, dove ancora oggi viene ricordato con stima ed affetto.
Per due volte Presidente del Club di Vibo Valentia – la prima volta nel pieno del suo entusiasmo giovanile, nel periodo 1976/77, e poi nella maturità nel 2003/2004 – anche in questo sodalizio ha lasciato un modello di azione sempre improntato al perbenismo ed all’equilibrio, oltra a passione ed entusiasmo ed a quella caratteristica di eleganza che lo portava ad essere leader senza mai sopraffare ben sapendo quando era il momento di porsi alla guida e quando stare un passo indietro, sempre discreto quanto indispensabile; doti che portò anche nella sua esperienza in politica, dove fu tra i fondatori di Alleanza Nazionale, partito che guidò con stile impeccabile nella sua Vibo Valentia.
Chi scrive, ha avuto la fortuna non solo di conoscerlo quanto soprattutto di frequentarlo, prima come giovane Leo, il Club giovanile dei Lions, avendolo come guida e riferimento, poi condividendo con lui l’esperienza all’interno del Club Lions essendo sempre guida e riferimento e concedendomi sostegno e consigli sempre e soprattutto quando mi fu assegnato l’alto onore di presiedere il Club nell’impegnativo, e significativo, anno del cinquantennale.
Il suo ricordo è un mix di sentimenti: di gratitudine per quanto fatto, di stima per il suo perbenismo, di affetto per l’umanità di ogni sua azione, di esempio difficile da seguire, impossibile da riprodurre in tempi come quelli odierni, in questa Vibo Valentia così diversa – purtroppo! – da quella che, anche per merito suo, fu Giardino sul Mare.