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‘Ndrangheta, 17 arresti in tutta Italia (VIDEO e NOMI)

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&NewLine;<p><strong><em>I vertici della cosca gestivano investimenti in Lombardia&comma; Veneto e Trentino&comma; e&comma; attraverso frodi fiscali&comma; sostenevano economicamente le famiglie dei detenuti <&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class&equals;"wp-block-embed&lowbar;&lowbar;wrapper">&NewLine;<amp-youtube layout&equals;"responsive" width&equals;"500" height&equals;"281" data-videoid&equals;"UdLzhj0kYiU" title&equals;"&&num;039&semi;Ndrangheta&comma; 17 arresti in tutta Italia"><a placeholder href&equals;"https&colon;&sol;&sol;youtu&period;be&sol;UdLzhj0kYiU"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;i&period;ytimg&period;com&sol;vi&sol;UdLzhj0kYiU&sol;hqdefault&period;jpg" layout&equals;"fill" object-fit&equals;"cover" alt&equals;"&&num;039&semi;Ndrangheta&comma; 17 arresti in tutta Italia"><&sol;a><&sol;amp-youtube>&NewLine;<&sol;div><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>17 persone sono state arrestate dai militari del ROS&comma; in collaborazione con i carabinieri del Comando Provinciale di Crotone e dello Squadrone Eliportato &OpenCurlyDoubleQuote;Cacciatori”&comma; perché ritenute responsabili di associazione di tipo &OpenCurlyQuote;ndranghetistico&comma; e altri gravi reati&comma; tra cui&comma; estorsione&comma; usura e reati in materia di armi&comma; tutti con l’aggravante mafiosa&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’indagine&comma; diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro in collaborazione con i colleghi di Trento&comma; ha fatto emergere come un imprenditore originario di Isola Capo Rizzuto e il suo più stretto entourage&comma; fossero al centro di un complesso e ramificato circuito riguardante illeciti fiscali&comma; attraverso false fatturazioni per operazioni inesistenti&comma; ricostruendo anche i suoi legami associativo-mafiosi&comma; ipotizzando la sua appartenenza al locale di &OpenCurlyQuote;ndrangheta di Isola Capo Rizzuto&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In pratica il gruppo creava società fantasma e false partite Iva per reimpiegare i proventi illeciti destinati in parte anche al sostegno delle famiglie dei detenuti&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Le investigazioni hanno evidenziato come la consorteria fosse retta secondo le tradizionali regole di &OpenCurlyQuote;ndrangheta&comma; con l’utilizzo di imprese legate al sodalizio quale strumento per favorire l’organizzazione e gli associati detenuti&comma; le proiezioni economico-criminali nel Nord Italia della organizzazione criminale con i referenti in Lombardia&comma; Veneto e Trentino&comma;&nbsp&semi; il mantenimento dei contatti volti alla trasmissione delle direttive operative&comma; da parte di uno degli esponenti di vertice del sodalizio&comma; mediante i colloqui carcerari e l’uso di strumenti di comunicazione introdotti all’interno della casa circondariale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’imprenditore 44 enne originario di Isola Capo Rizzuto&comma; si era trasferito per un periodo nella provincia di Bolzano&comma; facendo da &OpenCurlyDoubleQuote;collante” per gli interessi della cosca di Isola Capo Rizzuto&comma; avviando una serie di progetti imprenditoriali di natura criminale&comma; basati prevalentemente sulla commissione di reati di natura economico&sol;finanziaria&period; Le attività investigative&comma; condotte dai militari del ROS in collaborazione con il Centro Operativo della DIA di Padova&comma; hanno consentito di accertare come&comma; mediante strumenti di schermatura societaria&comma; siano state gestite attraverso prestanomi&comma; diverse società che hanno permesso di sottrarre denaro dell’economia reale verso le casse dell’organizzazione criminale di stampo &OpenCurlyQuote;ndranghestistico&period; Nello specifico&comma; gli indagati dotavano le loro società di crediti fiscali creati apposta con lo scopo di trarne profitto dalla vendita diretta o dal loro utilizzo nel sistema delle compensazioni d’imposta&period; Queste realtà poi&comma; dovevano essere assorbite in tutto o in parte da imprese con debiti erariali&comma; attraverso operazioni di &OpenCurlyDoubleQuote;fusione per incorporazione” o attraverso le cosiddette &OpenCurlyDoubleQuote;società serbatoio” che&comma; puntualmente dotate di ingenti volumi di crediti d’imposta inesistenti&comma; consentivano all’organizzazione di aggiudicarsi contratti di appalto a prezzi nettamente inferiori rispetto ai parametri di mercato&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nell’ambito poi del procedimento collegato e portato avanti dalla procura di Trento&comma; a Bolzano&comma; Bologna&comma; Crotone&comma; Milano&comma; Roma&comma; Foggia&comma; Salerno&comma; L’Aquila ed in Svizzera sono stati emessi diversi decreti di sequestro preventivo d’urgenza&comma; nei confronti di 23 persone e delle società a loro riconducibili&comma; per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<h2 class&equals;"wp-block-heading"><strong>I nomi degli arrestati<&sol;strong><&sol;h2>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Antonino Francesco Arena<br>Antonio Bruno&semi;<br>Antonio Giardino&semi;<br>Pasquale Manfredi&semi;<br>Luigi Masciari&semi;<br>Carlo Alberto Savoia&semi;<br>Antonio Viola&semi;<br>Antonia Arena&semi;<br>Antonio Arena&semi;<br>Marilena Manfredi&semi;<br>Antonio Masciari&semi;<br>Francesco Masciari&semi;<br>Domenico Megna&semi;<br>Mario Megna&semi;<br>Luigi Morelli&semi;<br>Pasquale Morelli&semi;<br>Nicola Pittella&period;<&sol;p>&NewLine;

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