In Italia il 52% degli affitti sono più costosi della soglia di sostenibilità economica delle famiglie. Solo in 5 città i canoni sono considerati accessibili: l’unica al Sud è Vibo Valentia
La mia generazione lo ricorda certamente. Era il 1980 e Lucio Battisti pubblicava il suo album “Una giornata uggiosa”, un insieme di brani indimenticabili, tra cui uno che, in particolare, sembra scritto oggi: “Il monolocale”.
Era una vera e propria denuncia, perché quella canzone raccontava che “Il monolocale” da prendere in affitto era il sogno di un giovane che desiderava viverci con la sua ragazza, Ma – cantava Lucio Battisti: Mi spiace tanto, amore senza casa/Mi spiace soprattutto, sai, per te.
Per poi imprecare nel ritornello: Son tutti “vendesi”, “vendesi”/Nemmeno un buco per “affittasi”… Mi vien da piangere, “vendesi”/E tot milioni per anticipo/Soltanto “vendesi”, “vendesi”/Mi sembra quasi impossibile…

Quarantacinque anni dopo la canzone/denuncia di Lucio Battisti, le cose non sono cambiate, tra affitti introvabili e costi esagerati, impossibili. Lo sanno bene le giovani coppie che cercano di convivere, così come i single; lo sanno bene gli universitari fuori sede e le loro famiglie!
E, se mai ce ne fosse bisogno, lo conferma un report dell’Ufficio Studi di Idealista., attraverso il quale si scopre che gli affitti insostenibili in Italia stanno aumentando ad un ritmo incredibile, e lo sforzo che fanno gli italiani per riuscire a pagare il canone di locazione si ingigantisce di mese in mese. Il report dell’Ufficio Studi di Idealista ha osservato come nel nostro Paese il 52% degli affitti sono più costosi della soglia di sostenibilità economica delle famiglie.
Situazioni critiche che certificano il tasso di sforzo delle famiglie italiane per pagare l’affitto e che tocca indistintamente tutte le città, da Nord a Sud, con poche eccezioni. Perché i capoluoghi dove gli affitti risultano più accessibili sono le città di medie e piccole dimensioni, che presentano una domanda più bassa e anche un canone medio più moderato.
Solo cinque città, però, spiccano con il 100% di accessibilità rispetto ai redditi locali. E, sorpresa delle sorprese, tra queste cinque città virtuose spicca Vibo Valentia, unica città del Sud. Infatti, a Vibo Valentia si affiancano due città isolane – la siciliana Enna e la sarda Oristano – e poi: Isernia e Rovigo.
Il report che l’Ufficio Studi di Idealista ha recentemente pubblicato è il risultato di un’analisi che fonda le sue basi su due dati: il reddito medio delle famiglie italiane e l’affitto medio richiesto dal mercato. A questi due dati si aggiunge la soglia di sostenibilità economica, pari al 30% del reddito. Questa sta a indicare l’incidenza massima che l’affitto dovrebbe avere sul reddito. Ebbene, stando ai risultati ottenuti a livello nazionale, nel 52% dei casi questa soglia viene superata.
Guardando i dati nazionali infatti, un affitto medio per un trilocale è pari a 893 euro (dato IV trimestre 2024), mentre il canone di affitto sostenibile si ferma a 845 euro. La differenza tra i due è di 48 euro al mese, che necessariamente devono essere sottratti ad altre voci di spesa per riuscire a pagare l’affitto. Se la situazione nazionale è preoccupante, purtroppo analizzando le singole città non migliora affatto.
La questione dell’insostenibilità può essere approcciata da angolazioni differenti, che l’Ufficio Studi di Idealista spiega ampiamente. Innanzitutto, stilando una classifica delle città italiane in cui c’è una minor presenza di affitti sostenibili rispetto alla media italiana del 48%. Al vertice si trova Venezia, dove solamente il 6% dello stock immobiliare è accessibile per gli inquilini. La seguono: Como, con una percentuale del 12%; Verbania, con il 14% di immobili accessibili; Milano, dove gli immobili accessibili sono il 15%; Firenze, con una percentuale del 16%; Roma, dove gli affitti sostenibili rappresentano il 20% del totale.
Analizzando invece le città dove il canone sostenibile è più alto, in cima alla classifica si trova Milano, dove il budget per affittare un trilocale non dovrebbe superare i 1.380 euro al mese. A seguire ci sono Monza con 1.228 euro, Bergamo con 1.213 euro, Bolzano con 1.177 euro e Bologna con 1.170 euro. Al lato opposto della classifica ci sono invece Barletta, con 616 euro e Trapani, con 624 euro.
Un altro dato interessante è quello che indica il divario tra il canone sostenibile e i canoni effettivi richiesti dal mercato.
In questo caso Firenze presenta la differenza maggiore, pari a 737 euro. Seguono Como, dove gli affitti costano 626 euro più della soglia di sostenibilità, Milano, dove il divario è di 571 euro, Napoli, con una differenza di 501 euro, e Roma, con un divario di 450 euro. Infine, le città più critiche in assoluto sono quelle in cui i canoni di locazione pesano maggiormente sui redditi medi. In questo caso si parla di tasso di sforzo: le città dove l’affitto assorbe la percentuale maggiore di reddito sono Firenze (48%), Napoli (47%), Como (46%), Roma e Venezia (41%) e Milano (40%).
Vivere a Vibo Valentia è complicato – lo sanno bene i vibonesi! – ma, ancora e per fortuna, i livelli di vivibilità sono rassicuranti (basti pensare ad un’altra recente classifica relativa alla salubrità dei luoghi che collocava Vibo Valentia nei primi posti).
Insomma, se state cercando una casa in affitto, venite a Vibo Valentia: conviene!