È in questo luogo sacro del Giappone che si custodisce una cornice in legno dentro la quale sono rappresentate le tre scimmiette che si tappano con le mani occhi, orecchie e bocca
di Maurizio Bonanno
Quando si dice “i miracoli della politica”!
È accaduto a Vibo Valentia, dove ieri – sabato 5 aprile – si è verificato un fenomeno particolare. Chissà, forse è stato provocato da un effetto imprevisto dovuto alla rigenerazione della piazza su cui si affaccia il Municipio… oppure sarà stato provocato da una inattesa coincidenza astrale… o chissà cos’altro ancora.
Fatto sta che chi era presente ieri durante la seduta del Consiglio comunale dedicata al question time ha vissuto un’esperienza per certi versi mistica: Palazzo Luigi Razza si è trasformato nel santuario di Toshogu a Nikko!
Il santuario di Tōshōgū a Nikkō venne costruito nel 1617 per essere dedicato allo shōgun Tokugawa Ieyasu. È un’opera splendida riconosciuta dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”. È all’interno di questo santuario shintoista che si conserva una cornice in legno dentro la quale sono rappresentate le guardiane simboliche del mausoleo: le tre scimmiette che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca.

La tradizione vuole che queste tre scimmie insieme diano corpo al principio proverbiale del “non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male”. I loro nomi sono “Mizaru”, “scimmia che non vede il male”, “Kikazaru”, “scimmia che non sente il male” e “Iwazaru”, “scimmia che non parla del male”. A volte è rappresentata una quarta scimmia insieme alle altre, “Shizaru” che simboleggia il principio del “non compiere il male” e può essere raffigurata con le mani incrociate. Ma non si ha notizia se Shizaru sia presente nelle stanze del Santuario vibonese.
Intanto, la sagoma del santuario giapponese si è materializzata proprio ieri in città.
A provocare questo “strano, inatteso” fenomeno è stato il giallo relativo al presunto assessore “incompatibile” che avrebbe mantenuto, dopo la sua nomina, un debito di quasi 30mila euro (secondo alcuni, addirittura di 50mila euro!) nei confronti del Comune. La questione oggetto dell’interrogazione presentata dal consigliere d’opposizione Maria Rosaria Nesci ha assorbito l’attenzione – ed alzato la tensione – della seduta dedicata al question time, denunciando la situazione decisamente difficile in cui è finito da qualche settimana il sindaco Enzo Romeo e la sua maggioranza, oltre che gli esponenti della Giunta del gruppo Progetto Vibo: tutti assenti, per una “strana” coincidenza, durante la seduta di ieri.
Ad assumere l’incarico di subire le forche caudine per conto dell’intera giunta, il vice sindaco Loredana Pilegi che, dinanzi all’interrogazione della Nesci, pilatescamente si è imitata a ribattere: «Personalmente non sono nelle condizioni di poter rispondere, non sono in possesso della documentazione necessaria anche a causa del poco tempo a disposizione. Se lei è a conoscenza di qualcosa di specifico ha gli strumenti di legge per chiedere agli uffici delucidazioni», affermazioni con le quali si è provato a derubricare quello che – a dispetto degli atteggiamenti assunti dagli amministratori – dovrebbe essere un caso politico ad una questione tecnica: da uffici comunali e non da gruppi consiliari e segreterie di partito!
«Le motivazioni addotte sono fuorvianti – ha di conseguenza ribattuto Maria Rosaria Nesci – lei sta dicendo che il sindaco non sa se i suoi assessori siano gravati da cause di incompatibilità relative alla carica che gli è stata assegnata. Questo non è ammissibile, Romeo avrebbe dovuto verificare prima di nominare i componenti della Giunta».
Ma già prima dell’esponente di Noi Moderati, non meno tenero era stato l’ex candidato a sindaco di area centrista Francesco Muzzopappa, che da subito aveva alzato il tiro nei confronti del sindaco assente, Enzo Romeo.
«Leggiamo sulla stampa di un assessore che potrebbe essere incompatibile – aveva esordito Muzzopappa – con la sua carica. Pretendiamo che il sindaco faccia subito chiarezza perché altrimenti mancherebbe la necessaria agibilità democratica, nella Giunta e in Consiglio. Peraltro, abbiamo anche il diritto di dubitare che qualche assessore sia assente strumentalmente al question time di oggi. Preghiamo, dunque, l’interessato a dare conto delle notizie che parlano di un grosso carico debitorio a suo carico. Non potete tradire i principi sui quali voi avete fondato la vostra campagna elettorale, legalità in primis. Dunque, si vada in fondo per accertare le responsabilità, dell’assessore e degli uffici, in questa incresciosa vicenda».
Intanto, però, il sindaco ed i “suoi” amministratori ieri non erano presenti: probabilmente erano in pellegrinaggio al santuario shintoista per rendere omaggio alle tre scimmiette che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca, lì rappresentate in una cornice di legno.
Si può argomentare che il significato di questi simboli non vuole affatto spingere ad ignorare il male (e meno che mai a minimizzarlo) ma piuttosto a non farsi contaminare seguendo così le teorie più moderne sul “non vedo, non sento, non parlo” che citano il meccanismo dei neuroni specchio, per il quale assistere al male può avere effetti tossici e alimentare paure e perversioni interne. Lungi da loro!