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La Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie nella Casa Circondariale di Vibo Valentia

21 marzo 2025 giornata internazionale vittime della mafia

&NewLine;<p><strong><em>La celebrazione in concomitanza con la manifestazione nazionale che quest&&num;8217&semi;anno si è tenuta a Trapani&comma; grazie all&&num;8217&semi;impegno di Libera Calabria insieme agli studenti dell&&num;8217&semi;Alberghiero<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Lo scorso 24 marzo scorso&comma; il vento di Trapani&comma; dove è stata celebrata la XXX edizione della &OpenCurlyDoubleQuote;Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie”&comma; è giunto fino alla Casa Circondariale di Vibo Valentia&period; Grazie alla disponibilità della Direttrice&comma; Angela Marcello&comma; e dei funzionari dell’area pedagogica-giuridica&comma; che hanno fin da subito accolto la proposta del Coordinamento provinciale dell’associazione Libera&comma; guidato da Maria Joel Conocchiella&comma; è stato possibile svolgere la lettura delle 193 vittime innocenti della &OpenCurlyQuote;ndrangheta presso l’istituto penitenziario vibonese&period; All’iniziativa sono stati coinvolti un gruppo di detenuti dell’alta sicurezza insieme ad alcune studentesse e studenti dell’Istituto Alberghiero di Vibo Valentia<br>L’incontro è stato preceduto&comma; nei giorni precedenti&comma; da un breve percorso che Libera ha svolto con un gruppo ristretto di detenuti coinvolti attivamente nella lettura dei nomi&period;<br>Dopo i saluti della Direttrice e dell’assessore Luisa Santoro&comma; intervenuta per il comune di Vibo Valentia&comma; il momento commemorativo è stato introdotto dalle riflessioni di Giuseppe Borrello&comma; Referente Regionale di Libera in Calabria&comma; il quale ha spiegato il senso e l’origine della &OpenCurlyDoubleQuote;Giornata”&comma; il valore della memoria come strumento di riscatto e resilienza&period; Una memoria che non deve essere sterile o retorica commemorazione bensì forza di impegno&period; Memoria che&comma; in alcuni luoghi&comma; come&comma; appunto&comma; le carceri&comma; assume un peso maggiore e si carica di senso dirompente&comma; aprendo alla possibilità di una revisione critica delle proprie scelte nella speranza di instradare a percorrere nuovi sentieri di vita&period;<br>Forte e deciso ma allo stesso tempo di una brillante umanità&comma; l’intervento del Prefetto di Vibo Valentia&comma; Anna Aurora Colosimo&comma; la quale rivolgendosi ai detenuti e alle ragazze e ai ragazzi della scuola ha parlato dell’importante valore della libertà come parola chiave nella vita dei singoli e indubbiamente della comunità&comma; bene da tutelare e sul quale riflettere nelle nostre scelte quotidiane&period;<br>Prima della lettura dei nomi&comma; fatta dai detenuti e dagli studenti&comma; Matteo Luzza&comma; familiare di vittima innocente della &OpenCurlyQuote;ndrangheta&comma; ha raccontato la storia di suo fratello Giuseppe&comma; ucciso perché &OpenCurlyDoubleQuote;colpevole d’amore”&period; Una testimonianza forte&comma; dirompente e appassionata di chi&comma; parlando di vita&comma; ha teso la mano a quell’umanità reclusa senza alcun senso di rancore o risentimento ma anzi&comma; con la speranza di generare vite nuove&period;<br>Una commozione forte che ha coinvolto tutti i presenti nella speranza che possa aver aperto delle fratture dalle quali possa germogliare consapevolezza&comma; responsabilità e voglia di cambiamento per il domani&period;<&sol;p>&NewLine;

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